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FORTUNA FASANO

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23) Ciaccolo 15 ottobre ore 7,10 (bar della piazza)

“… e contaminato da due elementi a elevato potere radioattivo:
il Cobalto 60 che dura circa 80 anni, il Cesio 137, che ne dura invece seicento...”
La radio mandava in onda notizie su Fortuna Fasano che gli avventori seguivano e commentavano con preoccupazione. Si contavano i morti e le malattie di cui si era a conoscenza. Quasi tutti avevano almeno un episodio di patologia o grave malformazione nella propria famiglia
“Maledetta Centrale!” disse la barista.
“Maledetta!” ripeterono a turno i clienti.

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24) Ostia Antica 15 ottobre

Un lettore del Giornale di Ostia, il quotidiano locale, aveva già dal giorno prima identificato il luogo da cui proveniva la foto di Fortuna. Le parole in francese sullo sfondo, seppure sfocato, furono l’indizio che gli permise di riconoscere quelle frasi scritte sul muro di una fabbrica abbandonata sul litorale romano. L’articolo uscì con un titolo di gran richiamo e dava per certo che la ragazza si trovava poco distante dalla via del mare, nascosta nella ex Breda di Ostia Antica, a pochi passi dagli scavi. Il clamore che ne derivò fu enorme e da quel momento frotte di persone si diressero verso la zona archeologica per andare a curiosare.
I comunicati stampa della radio e della televisione, oltre a quelli dei quotidiani, si susseguirono per ogni edizione, aggiungendo ogni volta nuovi dettagli alle informazioni iniziali. Si improvvisarono tavole rotonde sul tema dell’inquinamento radioattivo poiché il testo letto alla radio spiegò il vero motivo della fuga di Fortuna Fasano da casa.

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25) Roma 15 ottobre, studio televisivo

Il conduttore del talk-show più seguito tra le tv nazionali, galvanizzato dalle informazioni sui dati d’ascolto, aveva predisposto il dibattito in quattro e quattr’otto. Era riuscito ad avere molti ospiti, a favore e contro la tesi nuclearista in quantità equilibrata. Essi erano:
Paolo De Matteis scienziato dell’Enea; il professor Mario Crepazzi dell’istituto di anatomia comparata dell’Università di Roma; Ludovico Melis, ingegnere del CNEN; Giulio Marcantonio Tosoni, autore del testo sulla centrale atomica del Garigliano; Antonio Grassi, pretore di Sessa Aurunca; Claudio Previdente, procuratore della repubblica di Latina: l’ingegner Giuseppe Barletta vice direttore del settore produzione dell’ENEL; il ministro dell’industria onorevole Fabrizio Maria Panzeri; Davide Santini giornalista del Messaggero: Roberto Pontoni Gotti giornalista del Corriere della Sera.
Il dibattito iniziò. Erano le ore 18,00 e gran parte delle famiglie italiane si sintonizzarono sul canale che lo trasmetteva. Sin dalla mattina infatti le notizie si erano susseguite in tutti i giornali radio ed i Tg. La gente, molto coinvolta sul mistero di Fortuna Fasano seguì con attenzione il programma televisivo:

CONDUTTORE: Siamo qui oggi, per una tavola rotonda dell’ultima ora, se così posso dire, poiché solo da questa mattina abbiamo avuto notizie certe sulla vicenda che in questi giorni appassiona l’opinione pubblica italiana: Fortuna Fasano. La storia della ragazza di Ciaccolo, che si temeva fosse stata rapita e uccisa si è rivelata completamente diversa da come una prima impostazione dei Media ce l’aveva presentata. Fortunatamente, e lo dico con tutta la gioia conseguente a questo ritrovamento, Fortuna è viva, sta bene e potremo vederla tra poco attraverso le telecamere che stanno sul posto del ritrovamento. Ad Ostia Antica, cari ascoltatori c’è una notizia da comunicarvi, che non è il solito pseudoevento costruito a bella posta per interessare il pubblico. Oggi siamo lontani da interessi relativi a scoop o esclusive. Siamo persone, uomini e donne, commosse da un evento che noi addetti ai lavori non abbiamo cercato. Ce lo siamo visto crescere sotto gli occhi, giorno dopo giorno, e oggi siamo qui per tentare di capire e con gli ospiti che hanno competenze specifiche su quanto andremo a trattare.
Dunque è un affare, devo dire, umano. Umano perché tocca da vicino i sentimenti, la storia, le angosce di una giovane donna, ed umano perché ci riguarda tutti. Non voglio enfatizzare, né minimizzare quanto è successo. Lascerò la parola agli ospiti...
Preciso brevemente per chi ancora non fosse al corrente di quanto è accaduto che Fortuna Fasano, la ragazza scomparsa da Ciaccolo circa due mesi e mezzo fa, vive in una fabbrica abbandonata ad Ostia Antica, la ex Breda, dove questa notte ha partorito due figli. Uno bellissimo e sano, l’altro purtroppo nato già morto. I pochi che lo hanno visto, hanno testimoniato che il bambino è nato con una malformazione genetica, la ciclopia-focomelica che pare derivi, non caso unico, dalle scorie radioattive della ex centrale atomica del Garigliano...
Abbiamo qui tra gli ospiti l’autore del libro individuato col l’invio al Messaggero di una foto della ragazza. Il testo è intitolato “L’inquinamento da radionuclidi nelle acque del Lazio meridionale” e insieme a “Lettera ai giudici sulla centrale atomica del Garigliano” costituisce importante testimonianza scritta su quanto è avvenuto in quei luoghi, il suo autore è Giulio Marcantonio Tosoni... Ci spieghi brevemente il senso della sua denuncia.

TOSONI: “Dirò in breve della storia della centrale, che nasce nel 1957. Dirò pure che la BIRS (Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo ) propose al Governo Italiano l’installazione di un impianto nucleare. La gara d’appalto fu vinta all’epoca dalla General Electric a cui affidò l’incarico di costruirla la SENN, un’emanazione dell’IRI... Il CNR, infatti ( divenuto poi CNEN), in accordo col governo italiano aveva nominato una gerarchia direttiva per la costituzione della SENN... Nel giugno del 1963 la centrale iniziò a funzionare, dando subito il via ad una serie di anomalie, malfunzionamenti e incidenti che dovevano accompagnarci fino ai giorni nostri...”

INGEGNER MELIS: “Questa è una sua opinione!”

TOSONI: “L’ingegner Melis sa benissimo che questa non è una mia opinione ma il risultato di anni di indagini e perizie degli organi competenti. L’elenco dei guasti e delle anomalie è lunghissimo a partire dal marzo 1964; ed è dal 1972 in poi, dopo l’ennesima esplosione nel sistema di smaltimento di gas incandescenti, che si è manifestato in maniera allarmante il progressivo aumento di casi di cancro e leucemia nella zona”

CONDUTTORE: “Il caso dì cui ci interessiamo però è un caso di malformazione congenita. Lei ha notizia di altri casi simili a quelli del figlio di Fortuna Fasano?”

TOSONI: “Non solo abbiamo notizie su casi identici a questo di cui oggi si parla, ma esistono una serie di precisi dati ISTAT sulle malformazioni genetiche verificatesi in zona dal 1971 in poi. Gli ultimi rilievi statistici stabiliscono per esempio che lo scorso anno, su un totale di 800 parti nella zona, le malformazioni sono state 20: oltre alla già detta ciclopia-focornelica, ci sono state microcefalie, labioschisi, sindromi di Down, eccetera, senza contare l’enorme diffondersi di casi di leucemia e cancro nella zona del Garigliano; con aumenti in percentuale dal 13 % del 1969 al 44,28 % di due anni fa”

INGEGNER MELIS: “Questo allarmismo non serve a nessuno e non si basa su dati di verità...”

TOSONI: “Ho la documentazione sui dati USL e JSTAT. Non ho altro che verità dimostrabile...”

INGEGNER MELIS: “L’energia nucleare non ha fatto tutte le vittime che per spaventare l’opinione pubblica volete far credere. L’energia nucleare, mettetevelo in testa, è economica, sicura e soprattutto è ineluttabile!”

TOSONI: “L’energia nucleare non è né economica, né ineluttabile, né sicura, e i dati su morti e incidenti da energia nucleare non sono solo italiani. La rivista Chernical and Engen News, una delle più accreditate in America, ha comunicato che negli ultimi tempi le centrali nucleari hanno dato luogo a oltre diecimila incidenti, con centinaia di morti”

CONDUTTORE: “Chiedo all’ingegner Barletta, direttore del settore produzione dell’ENEL cosa ha da dire in proposito alle esplosioni nei filtri alla base del camino della Centrale ripetutamente avvenute...”

INGEGNER BARLETTA: “La Centrale, cerchiamo di capirlo, è ormai chiusa dal 1978. non ci sono di conseguenza pericoli imminenti. né futuri...”

CONDUTTORE: “Però le tesi degli antinuclearisti sono opposte alla sua. Per esempio il signor Tosoni ha nel corso di questi anni sollecitato interrogazioni parlamentari...”

TOSONI: “Ho anche scritto al Ministro degli Interni, ai Procuratori della Repubblica di Roma e Milano, ai Vescovi riuniti per il Sinodo mondiale, al Presidente della Repubblica, e al Ministro dell’Industria...”

CONDUTTORE: “Lei ministro Panzeri ha risposto con una lettera...”

MINISTRO: “Sì, ho risposto con una lettera... dove essenzialmente, sulla base dell’ampia documentazione tecnica sullo smantellamento di impianti nucleari, per esempio il rapporto USNRC-NUREG/ CR-O672 si può affermare che non sussiste alcuna necessità di allarmismo, né di scarichi che non siano con­tenuti nella licenza di esercizio concessa a suo tempo alla Centrale”

CONDUTTORE: “Però il professor Crepazzi, dell’Istituto di Anatomia Comparata dell’Università di Roma, ha steso una relazione sullo stato di inquinamento relativo alla zona del Garigliano...

MARIO CREPAZZI: “Sì, e ritengo a questo punto doveroso formulare i miei dubbi sulla esclusione a priori di contaminazione radioattiva. In base a un sopralluogo effettuato personalmente in alcune località del basso corso del fiume Garigliano in data 29.11. 1980, ho constatato che la piena subita dal fiume aveva provocato l’allagamento di diversi tratti della Piana omonima, e in occasione della mia successiva visita al Comune di Ciaccolo nello stesso giorno, ho preso visione di due telegrammi inviati da funzionari del CNEN i quali informavano che una ben precisa quantità di acqua radioattiva era fuoriuscita dalle vasche di stoccaggio delle resine radioattive per cause impiantistiche tuttora non ben precisate, ma comunque connesse all’allagamento conseguente l’innalzamento della falda fluviale. Per questo motivo ho ritenuto doveroso informare le SS.LL., onde prevenire preoccupanti conseguenze non solo immediate, ma anche croniche sulla popolazione e sulle attività produttive..."

MINISTRO PANZERI: “Non ritengo che ci siano possibili riscontri in tal senso!”

PROFESSOR CREPAZZI: “Io invece posso supporre che l’innalzamento della falda fluviale possa comportare non solo l’interessamento dei pozzi di acqua potabile, ma può anche aver determinato la deposizione di materiali radioattivi nell’alveo fluviale, nel tratto di mare antistante la foce, e soprattutto su quei terreni interessati dalla deposizione dei limi risultanti dall’avvenuto fenomeno alluvionale.

INGEGNER MELIS: “Il Cesio 137, il Cesio 134 e il Cobalto 60 tendono ad essere scarsamente assorbiti dai terreni e dalle sottostanti falde acquifere...”

PROFESSOR CREPAZZI: “Ma è proprio per questa ragione che vengono trattenuti e persistono nei suoli, nei limi e nei sedimenti per moltissimi anni; e in questo periodo di tempo i radionuclidi tendono ad entrare nei cicli della rete trofica con conseguenti fenomeni di riconcentrazione di diversa entità. Casi più tipici il periphyton dei sedimenti, i pesci, gli anfibi, i molluschi, i crostacei, i vegetali e altro”

CONDUTTORE: “C’è una perizia ordinata dal Pretore di Sessa Aurunca Antonio Grassi dove si richiede a un collegio di esperti la misurazione del tasso di inquinamento nella zona circostante il Garigliano. Mi collegherei, prima di leggerla, con Ostia Antica per mostrare al pubblico il luogo in cui Fortuna Fasano sta in questo momento. Mi dicono che i nostri cameramen non sono ancora riusciti ad entrare all’interno dell’edificio: Vedete bene voi stessi, dalle riprese in esterni, quanta gente affluisce verso il portone d’ingresso e quanta ne permane fuori in attesa... La fabbrica è circondata da una folla di persone giunta sul posto dopo le notizie date oggi dai giornali e dalla radio. La pineta antistante la ex Breda e i luoghi adiacenti sono invasi dalla gente... Una panoramica degli operatori ci fa vedere come anche la via del mare e la strada statale per Fiumicino sono intasate da persone e da automobili che proseguono a passo d’uomo.
Bene... Dopo questo doveroso resoconto sull’importante accadimento che si svolge a pochi chilometri dai nostri studi... e dico importante perché l’emozione che tutti ci prende nella consapevolezza della, direi strana, ma profetica storia della ragazza di Ciaccolo è anche dovuta alla partecipazione al dolore e alla gioia... Alla solidarietà per un destino che ci lascia attoniti e molto, molto preoccupati per il nostro futuro...
Interrompiamo per ora il collegamento fino al momento in cui i nostri inviati saranno riusciti ad entrare nella stanza dov’è la ragazza.
Riprendiamo il dibattito con i nostri ospiti dal punto in cui Io avevamo interrotto. Si è parlato della perizia richiesta dal Pretore di Sessa Aurunca. Leggo testualmente da pagina 50 ditale perizia depositata:
“L’acqua penetrata nei locali si è ritirata attraversando prima le pareti dell’edificio e poi l’acquifero circostante (...) in altri termini, gran parte dei 260 metri cubi dell’acqua contaminata sarebbe stata trattenuta dalle pareti, trasformatesi per l’occasione in capacissime spugne, ed il resto poi sarebbe stato bloccato dal terreno ghiaioso e sabbioso con presenza di limo ed argilla e capacità di trattenere stabilmente gli ioni come lo stronzio e il cesio...”

CONDUTTORE: “Saltando dei tratti, passo poi al punto in cui si scrive:
“Le attività specifiche del Cesio 137 e del Cobalto 60 presenti nelle carote di terreno prelevate in prossimità dell’edificio sono estremamente modeste...”

ROBERTO PONTONI GOTTI: “Ciò non può essere vero perché il valore delle concentrazioni comunicate nel telegramma del CNEN, per il cesio 137, è stato notevolmente più alto di quello massimo consentito dalla legge per lavoratori professionalmente esposti.”

MINISTRO PANZERI: “La risposta dei Periti allora per lei non ha nessun valore!”

TOSONI: “Al punto cinque dei quesiti posti dal Pretore si chiede espressamente: “Dicano i Periti se la perdita di scorie radioattive sia stata tale da provocare pericolo per la salute pubblica e necessità di allarme nucleare”. La risposta dei Periti è di estrema oggettiva importanza. Il Collegio infatti, pur riaffermando la irrilevanza della contaminazione radioattiva ed escludendo la necessità di allarme nucleare, finisce però con l’ammettere che il “tasso di inquinamento nucleare della zona circostante è dovuto agli scarichi liquidi e aeriformi, effettuati dalla Centrale” e che tale tasso è stato “misurato in aria, in acqua, nei pozzi, suolo, acque marine, acque del fiume Garigliano”. La contaminazione è quindi dappertutto! Vedere a pagina 74 della Relazione di Perizia!”

MINISTRO PANZERI: “Ma è un tasso di inquinamento consentito dalla normativa vigente!”

DAVIDE SANTINI: “Lei però onorevole Panzeri non può ignorare le notizie che molti giornali e noi del Messaggero abbiamo dato, limitandoci a pubblicare, per questioni etiche, solo le foto meno terrificanti..."

MINISTRO: “Dovunque nascono bambini malformati e non certo per colpa dell’energia nucleare, che non dimentichiamolo è economica e sicura”

TOSONI: “Balle!.. Voi stessi ci avete informato che per ottenere dal nucleo la produzione miserrima dello 0,3 % sono stati investiti 2.410 miliardi di lire. Dal che, fatti i conti, risulta che il Kwh prodotto dalle centrali in Italia è venuto in effetti a costare 4.725 lire! E non 20 lire come dicono i difensori del nucleare! La qual cosa ci spiega l’apocalittico indebitamento dell’ENEL e il conseguente pagamento da parte nostra di 5.000 miliardi di soli interessi passivi! Oltre ai danni da contaminazione...”

INGEGNER BARLETTA: “Questo è terrorismo!”

CONDUTTORE: “Fortuna Fasano però esiste e se oggi siamo qui a dibattere è perché in una fabbrica abbandonata del litorale romano è accaduto qualcosa di insolito che appassiona l’opinione pubblica...
Cari telespettatori, come abbiamo promesso all’inizio del program­ma. stiamo per metterci in contatto video con la ragazza ad Ostia Antica. Vedrete adesso l’esterno della ex Breda dove centinaia, forse migliaia di persone sono in attesa di entrare per rendere omaggio al bambino nato poche ore fa. Potete notare come il movimento ordinato delle persone fa sì che non si creino problemi di ordine pubblico. Un nostro cameraman è proprio nella stanza dove stanno adesso la ragazza e il bambino... Ecco... le immagini ci mostrano questa camera dalle pareti rosse, rischiarata solo da fiaccole... Ci siamo!.. in questo momento è inquadrato il bambino in braccio a sua madre! E’ un’icona oserei dire che rimanda ad immagini di purezza e di maternità che ci hanno commosso perché soggetti di opere d’arte. La madre e il bambino. Il tema, molte volte ripetuto e rappresentato, oggi ritorna ad emozionarci, anche se non di madre e di bambino soltanto si tratta, ma di madre e di bambini, perché ricordiamolo, i bambini nati sono due, uno dei quali nato morto e con una terribile malformazione... Ingegner Barletta, lei non ha rimorsi?

INGEGNER BARLETTA: “Io sono enormemente addolorato per quanto è successo, questo però non mi porta a pensare che la Centrale abbia una parte di responsabilità...”

TOSONI: “Ma come no!.. La responsabilità, non solo di questa anomalia genetica, ma di decine e decine di altre, a persone ed animali è solo e soltanto della Centrale atomica. Ho qui le fotografie, purtroppo drammatiche di pulcini con tre zampe, mucche con due teste, animali con ogni tipo di malformazione, uova di gallina con due gusci, vitelli con rampinismo e muso d’uccello!... Noi non possiamo ignorare tutto questo!..
Come non possiamo fingere di non sapere degli aumenti del tasso di mortalità neonatale, dell’incremento di morti per leucemia e cancro; talvolta con casi presentatisi a distanza di settimane o mesi nello stesso nucleo familiare. E’ questa la grande contraddizione! E’ questa la prova che i valori di contaminazione dichiarati sono spesso sottostimati, e che comunque, ciò che conta è che i Periti abbiano, senza ombra di dubbio accertato che la contaminazione esiste e che essa è presente nell’aria, nei pozzi, nel suolo, acque marine e fluviali!”

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26) Ostia 15 ottobre.

Un contadino, dopo aver trascorso la giornata sui campi, sentì la notizia alla radio. Si lavò, e senza cenare si diresse nella zona degli scavi vicino alla ex Breda.
La redazione del Giornale di Ostia, predispose la pubblicazione in prima pagina della notizia del ritrovamento di Fortuna Fasano, ed inviò un giornalista ed un fotografo a verificare da vicino i fatti.
L’intera scolaresca della scuola media Arturo Famelli, con la preside in testa ed un gruppo scelto di miniguide esperte di luoghi archeologici, s’avviò verso la Sinagoga ebraica per decidere se poi proseguire verso la fabbrica.
I negozianti del piccolo borgo di Ostia antica, il sacerdote della chiesa Sant’Aurea, le guide del castello di Giulio II, i proprietari dei ristoranti con i relativi clienti, il bar Magnani, gli operai del vicino mulino, il pizzaiolo della bottega d’angolo, il fornaio; tutti chiusero in fretta o lasciarono nei negozi delle persone di fiducia per andare a vedere.
I vecchi abitanti ravennati del borgo s’incamminarono pure loro verso il luogo del ritrovamento. Le donne anziane, che raramente uscivano dalle basse casette per inoltrarsi al di fuori delle mura. indossarono i loro fazzoletti scuri per tenere in ordine i capelli e andarono verso la via dei Romagnoli. Procedendo a passo veloce, esse raccontavano le storie dei tempi passati, quando prima della bonifica, uscivano dal borgo solo per andare al mare a piedi. Sistemavano in quei tempi i bambini e i vecchi sui cani, dove ponevano anche tavoli di legno e cibarie per il pranzo, e proseguivano camminando lungo i quattro chilometri che li separavano dal lido di Ostia.
Anche le clienti di una palestra di Acilia si interessarono alla notizia e convinsero il loro istruttore ad accompagnarle col pulmino della società verso la zona in cui si trovava la ragazza di Latina. I giovani atleti della polisportiva, la squadra di basket Stelle marine, i maestri di arti marziali dello stadio polifunzionale, i karateka cintura nera, i villeggianti delle pensioni sul mare, gli ospiti dei numerosi camping sul fiume, i polacchi della pineta insieme a tutti gli altri clandestini del litorale, i gruppi di preghiera di chiese e confessioni diverse, i camerieri e i barman delle discoteche, i bagnini; partirono in direzione Ostia Antica. Molti, e da ogni parte, ebbero modo di ascoltare la buona notizia. Tanti si sintonizzarono su radio e televisione, tanti altri invece si incamminarono per andare a vedere coi loro occhi.
Il pontile, brulicava di persone che come sempre s’affacciavano sul parapetto in pietra e davano un’occhiata alla spiaggia sottostante commentando i lavori di ripascimento. Qualcuno, stanco, trovava posto sulle panchine o s’accomodava alla meglio sopra un muretto all’ombra di un paio di palme, le uniche rimaste dopo infelice e costoso tentativo di rinverdire la litoranea con piante già adulte.
Al centro della zona riservata ai pedoni, i bambini pedalavano sul triciclo o inseguivano la palla. Un ragazzo correva sulla sabbia assecondando le evoluzioni di un aquilone. Ne reggeva il filo che si tendeva altissimo nel cielo mentre dall’alto del pontile la gente lo osservava. Alle sue spalle, sulla parte terrazzata prospiciente le cabine, si sentivano le voci dei bagnini che giocavano a carte e discutevano ad alta voce.
Più tardi, incuriosito da un insolito silenzio, il ragazzo guardò verso il tavolo da gioco e vide che gli uomini di prima se n’erano andati. Si accorse che anche sul pontile non c’era quasi più nessuno. Risalì sullo spiazzo pedonale e poté osservare che la gente in parte era pazientemente in coda dietro una fila di automobili, in parte raggiungeva i propri mezzi di trasporto per allontanarsi. Così, in tanti, in troppi andarono via, stranamente tutti insieme. E il pontile restò deserto.
Era ormai sera quando, dopo giri ed escursioni, il grosso della gente arrivò. Attraversando il boschetto di pini, a gruppi si introdussero nella fabbrica. Nessuno però poteva immaginare lo spettacolo a cui avrebbe assistito all’interno dell’edificio. In breve il buio aveva oscurato tutta la zona disabitata e chiusa dagli alberi. I più si fecero luce con mezzi improvvisati, chi con pile prese dall’automobile, chi con dei fiammiferi, e una volta entrati, salirono in maniera ordinata sulla grande scalinata
Dal pianerottolo fino alla porta d’ingresso nella stanza rossa si creò però una specie di barriera di persone. Tanto che dal fondo non si riusciva a procedere che a piccoli passi. Il fatto è che occorrevano parecchi minuti prima che ci si rendesse conto di che tipo di visione si presentava più avanti. La stanza in cui tutti volevano entrare era in penombra, rischiarata solo al centro da qualche torcia accesa dal vecchio Zola. Quella luce calda mandava bagliori arancione sul volto chiaro di una bellissima fanciulla accucciata su un sacco a pelo. Aveva un bambino al seno. Da un bianco lenzuolo che avvolgeva il piccolo fuoriuscivano due rosei piedini. Si intuiva in alto la rotondità della testa un po’ coperta. Il profilo del bambino invece si distingueva bene in controluce per una torcia che era proprio dietro di lui.
Poco distante, avvolto in uno scialle dentro una cesta di vimini c’era l’altro bambino, coperto pietosamente. I visitatori osservavano muti per qualche attimo rivolgendo subito lo sguardo lontano da quella dolorosa visione.
Zola era fermo a proteggere madre e figli. Sedeva sul sasso cubico vicino a loro e apportava solennità alla scena come un re mago in adorazione. La sua presenza frenava l’invadenza dei visitatori che non osavano avvicinarsi troppo e che in assoluto silenzio osservavano e andavano via ordinati per lasciare spazio agli altri. Tanto era il rispetto per quella visione che si poteva udire il respiro ritmico del bambino attaccato al seno.
Intanto fuori le presenze aumentavano di ora in ora. Centinaia di persone a piedi o in bicicletta, in auto o in motorino giungevano sul posto. E già erano da tempo lì dei furgoni della TV, con telecamere e microfoni, parcheggiati nelle vicinanze, mentre i giornalisti al seguito, avevano ripreso e intervistato chiunque. Arrivò anche un gruppo di boys scout, e ogni famiglia del paese con i figli al seguito.
Giunsero due autoambulanze chiamate dai vigili di zona, una dall’ospedale “Grassi”, l’altra dal “Bambin Gesù” di Roma. Si fermarono vicino all’automobile dei carabinieri di Ostia Antica che salirono verso il primo piano insieme agli agenti di polizia del Lido.
Ma anche loro come gli altri visitatori, non poterono far altro che accodarsi alle moltitudini di persone che procedevano verso la parte alta dell’edificio.
Era come se un incantesimo predisponesse gli animi ad accettare che tutto accadesse secondo un ordine già stabilito. Nessuno parlava ad alta voce, nessuno istruiva gli altri su quanto stava avvenendo. Era come trovarsi a vivere qualcosa che già si era sperimentato migliaia di volte, qualcosa di già vissuto, eppure così misterioso e illanguidente da impedire ogni iniziativa. Si voleva a tutti i costi che nessuno turbasse quella quiete. quella composta organizzazione di eventi. Gli stessi carabinieri non osarono richiamare la gente per prendere in mano la situazione, né pensarono di farlo gli agenti. Così come i medici dentro le autoambulanze non provarono neppure a farsi strada per raggiungere i due bambini e allontanarli da lì.
Quando al piano superiore non si riuscì più a passare si organizzò spontaneamente un flusso di persone in salita ed un altro in discesa. Non c’era bisogno di alcun maestro di cerimonie per pianificare le visite. Il miracolo della nascita e il rispetto del dolore erano motivi sufficienti a rendere tutta la gente consapevole e saggia.
Il gruppo degli scout si dispose in cerchio intorno a madre e figlio con delle fiaccole accese tenute alte per illuminare meglio 1’ambiente. Iniziarono a cantare con voce armoniosa “Dormi, dormi bel bambino fa’ la nanna tesoro...”Subito un altro gruppo di ragazzi iniziò il controcanto, mentre molti visitatori si univano al coro. Il turisti cantarono lo stesso brano in inglese e quel canto pian piano prese corpo andando a diffondersi all’esterno fino alle case del paese. Fino alla vicina via del mare dove molti automobilisti incuriositi si fermarono per capire la provenienza di quel canto e il motivo di tante auto parcheggiate lungo la strada.
Da una piccola utilitaria scesero quattro ragazzi che avevano uno stereo acceso da cui si poteva ascoltare:

“Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori, li bacia e non li coglie…”

La canzone di Pierangelo Bertoli si sentiva insieme al canto proveniente dall’interno della fabbrica, ed i versi dell’uno andarono ad affiancarsi a quelli della ninna nanna, poggiati sugli stessi accordi di base. Si ottenne, così per caso, un contrappunto musicale, con un effetto armonioso che attraeva i passanti. Le auto provenienti da Roma sulla via del mare, rallentavano e molti affacciati al finestrino chiedevano:
“Cosa succede?”
“E’ nato un bambino !“ rispondeva chi era informato.
“Che bambino?”
“Un bambino, anzi due!” precisava qualcun altro.
“Cosa?”
“Sono nati i figli della ragazza... quella che era scomparsa!”.
Fuori dalla fabbrica, chi era già stato dentro spiegava a bassa voce a quelli in fila, che si trattava di uno spettacolo incredibile, di una storia incredibile, e turbati si allontanavano per lasciare il posto agli altri.
La troupe televisiva riprese la scena di natività e la trasmise insieme ai canti ed ai cori nelle case della gente. I Tg diffusero in diretta le immagini insolite di una giovane mamma e un neonato visitati da migliaia di persone. Perciò giunsero numerosi anche dalle zone limitrofe, dal centro di Roma come dalla litoranea fino a Torvaianica; da Anzio, Nettuno. Pomezia e Latina venne gente a rendere omaggio al bambino. E a mano a mano che le varie edizioni del telegiornale davano la notizia, aumentava il flusso dei visitatori. I paesani di Ciaccolo organizzarono tre autobus carichi di amici e parenti che volevano rivedere Fortuna viva. Rachele e don Gaspare si fecero accompagnare in macchina da Clelia. Ma per ognuno c’era l’attesa fuori, tutti allo stesso modo rispettarono tempi, modi necessari al procedere ordinato della breve visita possibile. Ognuno di essi respirò quell’aria rada e inconsistente, poté misurare il silenzio ricco di parole non dette e rumori non prodotti. Ognuno ascoltò una voce interiore che spiegava che doveva esserci un motivo per quanto stava accadendo. Era questa un’occasione per capire, per adeguarsi all’ordine delle cose, all’armonia dell’esistenza che quando è riconosciuta mette tutti d’accordo. Sarebbe bastato poco a creare il caos: un gesto scorretto, un grido, la paura incontrollata di una delle migliaia di visitatori. Eppure bastava altrettanto poco per mantenere l’armonia e l’ordine. E’ così che si manifesta il magnifico equilibrio della natura. Poco per creare, poco per distruggere.
Qualcuno ebbe l’idea di portare dei doni e lo stesso gesto si ripeté centinaia di volte. Era un rito trasmesso attraverso i mezzi di comunicazione di massa che si moltiplicava per imitazione. Ogni regalo veniva posato davanti alla mamma e al bambino nei pochi secondi di sosta che il cerimoniale permetteva: dolciumi, abitini, giocattoli, profumi, vivande. carrozzine, pizzi, piante, fiori, cavalli a dondolo, gioielli, cornici, ceste con frutta, stoffe, veli, strumenti musicali, libri.
Solo una volta, e con pudore, la telecamera inquadrò una cestina di vimini dentro cui si vedeva avvolto un corpo inerte. L’armonia di quell’evento gioioso fu interrotta da quella terribile testimonianza in diretta. Si voleva saperne di più.
L’indomani Fortuna avrebbe spiegato.

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(fine)

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27) Precisazioni dell’autrice

Le scritte sul muro interno erano nel frattempo state lette da Fortuna e da tutti i visitatori. Per molti giorni i Tg ripresero e mandarono in onda le pareti rosse con le frasi in francese. Vi si tradussero le parole, belle e insolite che anni prima un giovane sconosciuto ospite di quell’edificio aveva tracciato con la pittura. L’aspetto sconcertante di quei pensieri era nella ormai dimostrata preconizzazione, da parte del marsigliese, degli eventi che nella ex Breda sarebbero accaduti. In poche parole il giovane ex drogato aveva, con molti anni di anticipo, previsto la storia di Fortuna Fasano.
Ecco scritto e tradotto per intero il messaggio della stanza rossa:

“ENFIN JUSTE APRÈS MIDI LE SOLEIL S'ÉCLIPSE DERRIÈRE LES PREMIERS ARBRES DU “BOSCHETTO”, DERRIÈRE LE COIN DE CE BÀTIMENT ET IL ÈTEND SUR L’HERBE L’UN DE SES RAYONS, QUI PRESQUE COMME UN SENTIER ÉVITE DE FLORER LES PINS DE SA LUMIÈRE INCANDESCENTE. ON RESPECTE, DE CETTE FAÇON, L’ORDRE NATUREL, QUI S’ÉTABLIT APRÈS LA CONSTRUCTION DE CE BÀTIMENT, MAIS DONT SONT ÉNORMITÉ N’ARRIVE PAS À ENVAHIR LA CALME ARCHITECTURE DE LA FLORE EXISTANTE.
MOI QUI ÉCRIS, J’AI LONGTEMPS MARCHÈ AVANT DE M’ARRETER, ET JE VIS DANS CE LIEU DEPUIS TROIS MOIS J’HABITE UNE CHAMBRE QUE J’AI PEINT EN ROUGE AVEC DE LA PEINTURE TROUVÉE DANS DES POTS ENCORE NEUF OUBLIÈS DANS UN COIN DE L’ESCALIER. CHAQUE NUIT JE REVE QUELQUE CHOSE QUE JE N’ARRIVE PAS À BIEN COMPRENDRE, MAIS QUI MAINTENANT ME POUSSE À ÉCRIRE... AVEC DE LA PEINTURE PLUS FONCÉE SUR LE ROUGE DE CES MURS.
CHAQUE NUIT JE SENT PLEURER UN ENFANT. CHAQUE NUIT. SES VAGISSEMENTS RETENTISSENT DANS LE BÀTIMENT JUSQU’À CE QUE ME RÉVEILLE, MON COEUR BAT LA CHAMADE ET JE SUIS PLEIN DE PEUR.
DE QUI EST CET ENFANT?
POURQUOI PLEURE-T-IL?
JE N’AI AUCUNE RÉPONSE ET JE NE COMPRENDS PAS. JE N’AI PAS D’ENFANTS. JE N’AI LAISSÉ AUCUNE FEMME DANS LES VILLES QUE J’AI HABITÉES. JE N’AI PAS DE REMORDS, DE QUI EST ALORS CET ENFANT EN LARMES?”
S’IL S’AGISSAIT D’IL Y A QUELQUES MOJS, JE POURRAIS PENSER QUE CE SONT DE HALLUCINATION DU À L’UTILISATION DE DROGUES. SI CELA C’ETAIT PASSÉ À
BOMBAY OÙ À AMSTERDAM, JE NE SERAIS PAS INQUIETÉ DES DÉLIRES QUE LA FANTAISIE, ÉBLOUIE, ME PRÈSENTAIT. AUJOURD’ HUI AU CONTRAIRE JE SUIS
SOBRE. J’AI VOULU VIVRE ICI AVEC LE PEU DE CHOSES DONT J’AI BESOIN POUR SURVIVRE ET J’AI RÉUSSI, LOIN DE TOUS, À ME DÉSINTOXIQUER. PLUS PERSONNE NE M’OFFRE DU POISON. LA MAGIE DE CETTE NATURE M’A SOULANGÉ ET ME SATJSFAIT JE ME SUIS REAPPROPRIÉ DE MON ÉQUILIBRE INTÉRIEUR ET DANS PEU DE TEMPS JE VAIS PARTIR DANS LE MONDE. JE SUJS FORT J’AI SOUFFERT, OUI, LES PREMIERS JOURS. JE DONNAIS DES COUPS DE POING AU MUR POUR ME FAIRE MAL ET OUBLIER L’AUTRE DOULEUR; POUR SOURMONTER L’ABSTINENCE QUI ME BOULEVERSAIT L’ESPRIT ET LES VISCÈRE.
APRÈS, JE SUIS ARRIVÉ. JE SUIS FIER DE MOI. PERSONNE NE ME DONNERA PLUS DE POISON. JE SUIS FORT MAINTENANT. JE FAIS AUSSI PARTIE DE CETTE NATURE VIGOUREUSE QUI NE FAIT PAS D’ERREUR, ET QUI AU PIRE PRODUIT DES BLESSURES QUI SOIGNEES SE GUERISSENT..”
AUJOURD’HUI C’EST MON DERNIER JOUR ICI. DEMAIN JE PARTIRAI POUR RENTRER À MARSEILLE, MA VILLE. J’AI VINGT HUIT ANS ET JE SUIS PRÈS À RECCOMENCER UNE NOUVELLE EXISTANCE.
JE SOUIS HEUREUX.
CETTE NUIT, COMME TOUJOURS, J’AI REVE UN ENFANT. IL N'À PLEURÉ QU’UN PETIT PEU, CAR UNE FEMME AUX CHEVEUX ROUGES L’A PRIS DANS SES BRAS. AVEC SES LONG CHEVEUX ELLE A ENVLOPPÉ CET ENFANT DANS SES BRAS. JE ME SUIS APPROCHÉ ET LE PETIT M’A SOURI.
AVEC LE SOUVENIR DE LA LUMINOSITÉ DE SON SOURIRE JE PARCOURIRAI LE MONDE POUR CONQUERIR MA NOUVELLE VIE.”

(Finalmente, dopo mezzogiorno, il sole s’eclissa tra i primi alberi del “boschetto” e lo spigolo dell’edificio, stendendo sull’erba un raggio, quasi un sentiero, che evita di sfiorare i pini con la sua luce incandescente. Si rispetta, in questo modo, l’ordine naturale che si instaura dopo la costruzione dell’edificio, che enorme, non riesce però ad invadere la calma architettura della flora qui esistente. Io che scrivo ho camminato a lungo prima di fermarmi, e vivo in questo posto da tre mesi. La stanza che abito l‘ho dipinta di rosso con la vernice trovata in dei barattoli ancora nuovi dimenticati in un angolo della scala. Ogni notte sogno qualcosa che non riesco a comprendere bene, ma che mi spinge a scrivere adesso, con la vernice più scura sul rosso della parete. Ogni notte odo piangere un neonato. Ogni notte. I suoi vagiti riecheggiano nell’edificio fino a svegliarmi, col cuore in gola e la paura.
Di chi è figlio quel bambino?
Perché piange?
Non ho risposte e non comprendo. Non ho figli, non ho lasciato donne nelle città che ho abitato. Non ho rimorsi. Di chi è allora questo neonato in lacrime?
Si trattasse di qualche mese fa, potrei pensare che le mie sono allucinazioni dovute all’uso di droghe. Fosse accaduto a Bombay, o ad Amsterdam non mi sarei preoccupato dei deliri che la fantasia abbagliata mi presentava. Oggi invece sono sobrio. Ho voluto abitare qui col poco che mi serve per sopravvivere e sono riuscito, lontano da tutti, a disintossicarmi. Nessuno più mi offre veleni. La magia di questa natura mi ha lenito e mi appaga. Ho riacquistato un mio equilibrio interiore e tra poco andrò via a camminare per il mondo. Sono forte. Ho sofferto sì i primi giorni. Battevo i pugni sul muro per farmi male e dimenticare l’altro dolore, per superare l’astinenza che mi sconvolgeva la mente e le viscere. Poi ce l’ho fatta. Sono fiero di me. Nessuno mi darà più veleni. Sono forte adesso. Faccio parte anch’io di questa natura vigorosa che non fa errori, e al massimo produce ferite che medicate guariscono.
Oggi è il mio ultimo giorno di permanenza qui. Domani parto per tornare a Marsiglia, la mia città. Ho ventotto anni e sono pronto a ricominciare una nuova esistenza. Sono felice.
Questa notte ho, come sempre, sognato il bambino. Ha pianto solo per un po’ perché è stato preso in braccio da una giovane donna con i capelli rossi. Con i suoi capelli lunghi ammantava il bambino tra le sue braccia. Io mi sono avvicinato e il piccolo mi ha sorriso...
Ricordando la luminosità di quel sorriso andrò per il mondo a riconquistarmi una nuova vita.)

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