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FRANCESCO FA BENE ALL'ITALIA

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 Eppure è simpatico...

Berlusconi quando sorride è simpatico. Quando ride davvero e non sta in posa... Peccato. Con tutti i soldi che spende nessuno gli dà un buon consiglio. I cartelloni che hanno invaso le strade sono brutti. Quasi tutti brutti. Surgelati. Credo che sappia che sono poco attraenti. Ci si aspetta da lui sempre il massimo dell’efficienza in fatto di pubblicità eppure quei cartelloni non si possono guardare. Forse il cavaliere aveva fretta di invadere le strade, di occupare i posti migliori e non ha badato alla scelta accurata dei fotogrammi. Chissà quante istantanee ha a casa che sono migliori delle foto che ha esposto appiccicate ai mega cartelli. Ne ho visto uno buono di Gianfranco Casini. Poi alcuni di Rutelli della seconda ondata. Quelli in mezzo alla gente sono vivi spontanei. In uno la qualità del fotogramma non è eccellente, ma è valido il contesto, l’espressione di giovane militante ambientalista, la verità che esprime.

Abbiamo tutti bisogno di verità. Il mondo ormai ci ha sopraffatto con le messe in scena, le parole dette per scopi nascosti, i giochi televisivi dove la gente litiga per finta o le diatribe politiche in cui si ingarbugliano talmente i fatti che  poi è difficile raccapezzarsi.

Berlusconi. Certe volte anche lui riesce ad essere vero. A parte il fatto che è bravissimo a giocare il suo ruolo anche quando dice qualche bugia. Montanelli una volta scrisse sul "Corriere della Sera" che Berlusconi mente "per principio". E forse non è così. Credo piuttosto che, come tutte le persone dotate di grande fantasia si innamora delle sue tesi, ne cerca il conforto della prova e quando non la trova la immagina. Ma in maniera così particolareggiata che se ne convince. Questo perché davvero crede in ciò che racconta. A forza di raccontare a noi stessi e agli altri storie fantasiose queste poi assumono aspetti di verità. Accade di ripetere, reiterare, ribadire; dire e aggiungere; riaffermare in molti luoghi diversi fino a che si perde la traccia di chi sia stato il primo a portare in giro una certa teoria. Ma chi lo ritrova più il principio? Le bugie corrono veloci e arrivano lontano lontano. Fino a che tornano all’origine magari con aggiunta e arricchimenti di particolari. E questo è il momento in cui finalmente si ascolta dire dagli altri la verità che ci piace, che non è più nostra, e diventa tangibile. Ci conforta la conferma ciò che sapevamo già un po’, ma che essendo estranea a noi raddoppia l'efficacia. Ricordate il "telefono senza fili" che ci divertiva da bambini?

E' da lì che abbiamo imparato.

Greenberg non fa niente per cambiare Rutelli. Il guru della comunicazione poteva forse cercare trasformare il candidato premier. Avrà ritenuto che non c’é niente da fare. Rutelli è così. Prendere o lasciare. Dei piccoli consigli si possono intuire. Come quello di lasciare che i capelli un po’ brizzolati al naturale lo facciano apparire più maturo. Eh sì perché uno dei guai di Rutelli è che è giovane, ma i suoi anni li porta pure bene. Si ammirano di più gli uomini dal viso sofferto, pensoso. Perché non siamo abituate agli uomini belli in politica. Chissà come la pensano tutti i brutti o i mediocri d’Italia. Che si fa noi donne quando si vede una donna bellissima? Per autoconsolarci magari immaginiamo che è troppo bella per essere anche intelligente. Così potrebbe accadere per Francesco Rutelli.

Lui ha detto. Se devo dire la critica, o l’avversione che sento più riflettersi su di me, non è tanto una reazione di odio, ma un’irritazione nella quale sento una valutazione: in fondo questo Rutelli non ha molta consistenza... Ed è stata una critica, in un certo senso, anche positiva per me: sono stato in parte sottovalutato, sia per il fatto generazionale, sia perché può far comodo pensare che sia il frutto di una combinazione, la mia vicenda politica. Invece è il frutto di un lavoro durissimo, e anche di una ricerca interiore" ( Nadia Tarantini - Roma 1996 Viviani editore, pag. 165).

Però andiamoci piano col bello. Diciamo che Francesco rispetto alla media  ha un bell'aspetto  fisico, ma la media è molto molto bassa tra i politici. Buttiglione per esempio, non si può dire che sia brutto, ma è racchio! C’è una barzelletta divertente in cui gli fanno dire: "Io sono così di natura, assomiglio a mio padre. Sono scorfano di padre".

Certo se Francesco Rutelli assomigliasse al Jack Nicholson del film "Qualcuno volò nel nido del cuculo" per Berlusconi sarebbe stata la disperazione totale. Il fascino da uomo forte, duro, intelligente. Un po’carogna; giusto quel poco che basta a non farsi fregare dal prossimo. Ve lo immaginate un premier così? Magari ce ne fosse uno. Italiano, nato... dove? Non a Roma, perché i romani al nord sono antipatici, e neanche a Milano o Torino perché al sud i milanesi stanno sul cavolo.

Dove lo farei nascere un premier adatto a tutti? Forse a Firenze o a Fucecchio. Un Toscanaccio con un accento e una faccia tosta alla Benigni. Ma senza le sue esagerazioni perché dovrebbe risultare simpatico ma non comico. Un premier è un premier. Con la faccia di Nicholson mi piacerebbe anche un accento siciliano. Non però come D’Antoni, per carità. Neanche come La Loggia. La Loggia non si può ascoltare. Ha una violenza verbale inversamente proporzionale alla calma con cui espone i fatti. Non mi piace. Le bugie di Berlusconi confrontate al suo modo di parlare sono come le parole di Pinocchio paragonate a quelle del Gatto e la Volpe. Mi dà un senso di fastidio fisico sentirlo parlare. Eppure io avevo un mio carissimo amico e legale di fiducia che parlava smaccatamente con l’accento siciliano, ma era divertentissimo. Brillante, sempre con la battuta pronta. Eppoi di una intelligenza fuori del comune. Mi ha fatto vincere un sacco di cause. Avvocato Manlio Fidenzio. Un gran signore. Pace all’anima. Era stato anche presidente nazionale della federazione Pallavolo portando la squadra italiana a vincere il campionato mondiale. Uno cosi andrebbe bene per la faccia di Jack Nicholson. E allora Povero Berlusconi saresti fregato.

Rutelli invece ha troppo l’aspetto del bravo ragazzo. Appare talvolta un po’ cedevole. Un figlio di papà che un giorno ha deciso di lasciare gli agi e andarsene. Però se era tanto casalingo e accomodante come ha potuto piantare capra e cavoli ed andarsene? Per mollare tutto occorre avere carattere.

Forse ha ragione Rita nel dire che non è vero che Francesco dice di sì a tutti. Per natura non è rissoso però quando serve sa essere duro e determinato. Proprio ieri mi raccontava delle ultime proposte di candidature. Mi diceva che un esponente dei Democratici, già eletto con decine di migliaia di voti nelle precedenti elezioni e in altri partiti tradizionali si era proposto come vice sindaco. Voleva cioè essere il vice di Veltroni. E poteva forse esserci in quella sua offerta una certa convenienza date le truppe camellate di cui è unico condottiero. Francesco gli ha detto chiaro e tondo: "Fatti da parte che sei impresentabile".

E lui si è fatto da parte senza replicare.

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 La Sinistra. Strega terrificante

Questa brutta femmina, scomposta, orribile come la strega di Biancaneve. Col porro sul naso e una mela sospetta nel cestino. Sempre pronta a dare veleno agli innocenti che gli capitano a tiro. La Sinistra malefica è odiata da Berlusconi che ne parla in modo da suscitare repulsione in chi ascolta. Pericoli imminenti che deriverebbero da questa orrida personificazione del male sono però arginabili grazie al sacrificio del Cavaliere che, solo per salvare la patria e gli italiani, un giorno ha deciso di mettere a rischio tutti i suoi averi, la sua serenità per "scendere in campo". E questa velenosa vecchia Sinistra abituata a fare strage di povere Biancaneve innocenti ha fatto l’ingresso in una stanza, dove per tutti questi anni di governo ha smarrito la memoria; dimenticando che il suo scopo principale di vita era quello di avvelenare l’innocente Biancaneve (cioè Berlusconi). Non l’ha avvelenata. Che abbia smarrito il cesto con le mele marce ? Ma allora una perfida così poteva inventarsi qualcosa. Chessò una pozione di cicuta fingendo che fosse camomilla, uno sgambetto nella penombra dei boschi. Niente. Questa pericolosa, brutta, aggressiva, potente Sinistra non ha fatto nulla. Eppure aveva i sette giudici rossi al suo fianco

(contrapposti ai nani e ballerine della Biancaneve). Potevano darsi una mossa, no? I poteri "forti" dove cacchio sono stati per tutti questi anni che ha governato la vecchiaccia? E che ha fatto in tutto questo tempo ‘sta nonna Abelarda senza più energie. S’é addormentata davanti alla tv di Emilio Fede? s’é incartata nei fogli del "Giornale"?

Insomma dico io, tu sei la Sinistra? E fa’ qualcosa di sinistra, o di sinistro! Che cavolo! Manco più le caramelle è stata capace di distribuire. Un tempo non mangiava i bambini ‘sta scema?

Che ti è successo Sinistra? Osserva che cosa è stato del cavaliere per colpa tua! Sono anni che soffre, che è angosciato per il timore del danno che tu potresti fare a tutti gli italiani e soprattutto a lui. Invece? Come?.. Uno aspetta, annuncia, chiacchiera, anticipa, predice, mette in guardia, predispone difese, allarma gli alleati, manda al sicuro i capitali, erge recinzioni, fa accordi. E tu? Tu niente?

Ho capito. Siccome lui era allarmato e in guardia sarebbe stato difficile colpirlo, coglierlo di sorpresa ed infierire. Ma se non infierisci tu che sei la Sinistra chi l’adda fa " 'a malamente"? Insomma è il tuo ruolo. Fa il tuo dovere! C’é sempre un momento di distrazione per colpire l’avversario. Potevi approfittare quando il Silvio, si dilettava a stare insieme agli amici, in un giorno di festeggiamenti. Di soppiatto mentre cantava in francese. Tra " La vie en rose" e "Maintenaint" arrivavi tu e assestavi un colpo ben fatto. Non puoi dire che in cinque anni non ci sia mai stato un abbassamento della guardia. Non esiste. Invece il povero Silvio nonostante le attese ha perso ogni possibilità concreta di sparlare di te. Di vendicarsi. Di fare la vittima... No, in verità mi sbaglio. La vittima è il ruolo che ormai ha imparato troppo bene a memoria. Gli riesce alla perfezione. C’é un tale compenetrarsi nel ruolo, che il povero Stanislavskij ne sarebbe mortificato, dovrebbe rivedere le tecniche dell’attore su se stesso. Altro che Actor’s studios! Come fa la vittima Berlusconi non ci riesce neanche Marlon Brando dopo cinquant'anni di carriera. Però se tu avessi agito lui avrebbe potuto vendicarsi e dare un senso a tutto il movimento antisinistra che ha messo in piedi. Se tu avessi colpito lui avrebbe potuto a sua volta assestarti dei colpi duri. Non è che hai avuto paura di pigliare mazzate?... Tu dovevi almeno dargli lo spunto per vendicarsi. Per fargli suonare la sirena d’allarme, per rendere concreto il pericolo della Sinistra. Ma che Sinistra del cacchio sei? Di che si deve vendicare Berlusconi? del fatto che suoi cinquemila miliardi di debiti sono in questi cinque anni diventati 30.000 miliardi di attivo?

Sinistra tu? Mi viene in mente Eduardo in Natale in casa Cupiello: "Ti si fatta vecchia Cuncè"

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. Mio padre

A Natale è morto mio padre.

Proprio a Natale no. Ha atteso di trascorrere con noi la giornata. Noi quattro più lui. Una piccola famiglia rabberciata. I miei due figli, mio fratello Romualdo, io e papà. Tutti insieme a casa sua, a Torvaianica, dove aveva deciso di voler morire.

Negli ultimi giorni della sua tormentata esistenza era diventato tenero come un bambino. Non ruggiva più il vecchio leone. Non insorgeva più contro il mondo. Si era quietato. Diceva "abbracciami", oppure "accarezzami". E a me pareva strano perché non ci sono abituata. Non ricordo che mai né mio padre, né mia madre mi abbiano detto "abbracciami". L’affetto emergeva lo stesso dai gesti, dalle azioni, dall'esempio, dalla protezione dei figli nonostante una vita durissima; però mi chiedo come sarebbe stato provare da piccola ad essere abbracciata spesso.

Dice mia sorella Giulia che papà non è stato mai bambino. E’ vero. E’ cresciuto senza madre. Lo è diventato a ottant’anni. Quando finalmente ha capito che si poteva fidare di noi.

Il giorno di Santo Stefano l’ho trovato seduto sulla carrozzella, davanti alla finestra che dà sul mare. Il prete gli stava dando l’estrema unzione. Lo vedevo di profilo, il viso giallo sembrava di gomma. Il suo fegato non funzionava più. All’ultimo aveva avuto ragione. Per anni, con tanti mali che aveva, si era lamentato del suo fegato. "Lei ha il fegato di un ragazzo" gli aveva detto un medico dell’ospedale durante uno dei suoi tanti ricoveri. E lui: "Ho la cirrosi". Era una delle sue idee fisse quella di avere la cirrosi epatica.

"E adesso che sei morto di coma epatico sei contento? Di coccio. Sempre, fino all’ultimo vuoi sempre aver ragione tu! Noi a preoccuparci per l’insulina, l’ipoglicemia, la iperglicemia". "Mangia troppo", "oggi ha mangiato troppo poco". Un giorno sei andato in coma perché non avevi mangiato e ti era stata iniettata l’insulina. Tutte le altre volte perché mangiavi di tutto e non ti facevi l’insulina. "La sua fame è una dimostrazione che ancora vuole aggredire il mondo" mi ha detto il mio amico Matteo Villanova, psichiatra e psicoterapeuta". Sì, ancora ruggivi allora. Ottanta anni. Forte. Hai cercato con tutte le tue forze di riprenderti dai coma diabetici che ogni volta danneggiavano chissà quante cellule del tuo cervello. Ti abbiamo portato a villa Silvana ad Aprilia per farti fare la fisioterapia, perché riprendessi a camminare. Invece no. Rifiutavi di mangiare. In sala da pranzo poggiavi la testa sul tavolo e ti isolavi da tutti."Me lo porto a casa", mi ha detto mio fratello. "No, meglio a casa mia - ho risposto - siamo in due e ci dividiamo il compito, Poi con Fabrizio si trova bene.

La mattina del sabato volevi pane e cornetti caldi. Per un po’ è andata bene. Facevate, tu e i ragazzi "le petite dejuner" con pane burro e marmellata. Tu eri contento. Le canzoni di Maurice Chevalier andavano sul CD e tu ci ringraziavi. "Se non fosse per voi il nonno oggi sarebbe in mezzo alla strada". Non so perché dicevi così. Non avremmo mai permesso che tu andassi in mezzo alla strada. Siamo cinque figli, diamine. Eri tu che negli ultimi tempi ci avevi respinto. Stavi male e ce l’avevi con tutti.

"Ma pomme, c’est mooi! ". La buffa canzone che cantavi per farci ridere era quella che Fabrizio ti faceva ascoltare più spesso. Quanto ha girato per trovarla! Sai, papà, mi fa incazzare il fatto che noi il francese lo biascichiamo e tu avresti potuto insegnarci quella splendida pronuncia che avevi. Non avrò più nessuno a cui chiedere "Me la dici bene questa frase?" per apprendere come si doveva pronunciare esattamente. Ci ho fatto l’esame di francese all’università e ho preso trenta con questo sistema. Ho ancora le audiocassette registrate con la tua voce che legge Proust, Gide, Apollinaire. Invece tu e mamma parlavate in francese solo quando noi bambini non dovevamo capire. Ci è stato più facile imparare il siciliano e il napoletano. Un’altra cosa che mi fa arrabbiare è che ti sei portato via la storia delle tue sette evasioni dai campi di prigionia; non quei soldi che tu pensavi mi interessassero, ma la storia che dovevamo scrivere insieme. Era solo quello che volevo da te. Invece te la sei portata via con te nella tomba. E io come faccio a ricostruire quei racconti? Come faccio a ricordarmi i nomi in arabo, in francese, i luoghi, le persone, i fatti, le tue invenzioni per sopravvivere e non farti scoprire?

L’ultima volta che ti hanno dimesso dal Grassi di Ostia ti ho detto"adesso vieni a casa e scriviamo la tua storia". "Ma sempre questo dici?", mi hai risposto, però non hai detto di no. So che in fondo ti faceva piacere raccontare le tue avventure. Eri contento ogni volta che te lo chiedevo, specie in presenza di nuovi "uditori" nei pranzi di famiglia. Io avrei dovuto costringerti a scrivere. Non c’è stato tempo.

A casa non c’é stato modo di farlo. Iniziava il tuo declino verso la fine della tua vita. Non dormivi. Mi chiamavi a tutte le ore. Vuoi le goccine? Vuoi un po' di latte o di camomilla. Tu volevi solo compagnia. Dopo un po' tornavo a letto, faticavo a riaddormentavi già sapendo che mi avresti richiamato chissà quante volte. Una notte ho fatto finta di non sentire. "Forse se non corro subito si abitua a stare tranquillo" ho pensato.

"Aiuto!", "Sono caduto, aiutatemi!" Hai strillato. Ci siamo precipitati in camera

"L’ho detto apposta" hai spiegato sorridendo "Volevo un po’ d’acqua. Che ore sono?"

Fabrizio, Bicio, ogni sabato mattina ripete il rito del petite dejunaire. Mette il CD della Piaf o Chevalier e fa colazione insieme a Miki con pane fresco, brioche burro e marmellata. Che bene che ti ha voluto Bicio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per te. Di notte restava a vegliarti e a parlare per lunghe ore. Un giorno dopo parecchie notti passate in bianco è svenuto ufficio. Allora ho preteso che si facessero i turni. Una notte per uno. Ma tu preferivi quando era di turno Bicio, perché io ti cambiavo, ti davo l’acqua, o il latte poi me ne andavo a letto. Allora mi chiedevi la spremuta d’arancia. Chissà forse mi mettevi alla prova per vedere se ti volevo abbastanza bene da farti la spremuta alle due o alle tre di notte. Te la davo e avevi paura di berla perché troppo dolce. "Sei di coccio - ti dicevo- io lo zucchero non te lo dò mai. E’ un’illusione di dolce, è un dolce finto. Ci ho messo la pasticca, bevilo". Mi guardavi fisso negli occhi e quando un impercettibile movimento della palpebra chiudeva per una frazione di secondo i tuoi occhi capivo che ti avevo convinto.

"Com’é?" chiedevo.

"E’ buona", dicevi. E io ti spiegavo "Papà adesso vado a letto perché domani devo andare a lavorare".

"Hai ragione figlia mia" rispondevi. Ma non ti piaceva restare da solo.

Negli anni passati, nelle occasioni in cui si poteva sta tutti insieme durante le feste di Natale, qualche volta ti andava di raccontare. Allora pretendevo il silenzio assoluto,e tu per ore ci affascinavi con i tuoi racconti. Con la suggestiva descrizione dei luoghi, dei fatti dei personaggi. Una volta ho pure registrato a tua insaputa ciò che dicevi. Ma è solo un pezzetto di tutta la storia. Ti dicevo "Se riesci a scriverla la pubblichiamo e poi vedrai che successo. Altro che Papillon!". Quando mangiavi le bucce di fichi d’india... quando facevi il falegname per gli ufficiali francesi e vendevi gli zoccoli di legno agli arabi... quando sei evaso restando per mesi nascosto in una cabina a Keruan e gli arabi ti portavano il cous cous per aiutarti.

L’ho fatto il cous cous prima di Natale; e pure i ravioli con la ricotta di pecora e senza spinaci. Ho seguito scrupolosamente la tua ricetta. Ma il tuo appetito era tutta fantasia. Non hai mangiato. Ti si era chiuso lo stomaco. Povero papà, stavi rinunciando ad aggredire il mondo.

"Papà muore" mi hai detto un giorno. E io: "No vedrai che piano piano ti riprendi. Farai la ginnastica e camminerai. Qui ad Ostia Antica abbiamo un bellissimo circolo per anziani. Potrai andare lì, giocare a carte, cantare, ascoltare musica, farti la fidanzata. In paese potrai passeggiare, andare al mercato".

"Quando c’è il mercato?" mi hai chiesto. "Il lunedì" ti ho risposto e tu. "Ce l’hanno il pesce fresco?"

"Non so. Ho visto che c'è un banchetto tutti giorni, vicino gli antichi lavatoi"

"Ma è fresco?" hai ripetuto e io, sapendo che a Tunisi il pesce del giorno prima lo buttavate ho detto. "Forse è meglio che andiamo a Fiumicino. Che ci vuole... dieci minuti.".

Ti sei messo a ridere.

Un giorno ti ho tagliato le unghie dei piedi e delle mani. Dure come i sassi, lunghe come i gatti. "Come quelle del leone - mi hai detto- Per questo Bicio mi chiama il leone. Il leone ferito."

Avevi paura che con le forbicette ti ferissi e che si infettasse di nuovo il tuo pollice, quello che l’anno scorso stava andando in cancrena e che poi al Grassi è miracolosamente guarito. Mi ricordo che quella volta avevi la febbre e il piede in bruttissime condizioni. Stavi ancora da solo nella tua casa di Torvaianica e non volevi assolutamente ricoverarti.

"Se vado in ospedale mi tagliano il piede - dicevi - Invece voglio morire in casa mia e con tutti e due i miei piedi. Eravamo disperati. Abbiamo dovuto chiamare Rosanna Ed Ennio da Napoli. Poi ti sei fatto ricoverare e il piede è guarito. Ma il momento del ricovero hai voluto deciderlo tu.

Il giorno di Santo Stefano eri davanti al mare, giallo in volto, col berrettino di lana che non ti toglievi mai. Di profilo. Ho visto uscire la vita dal tuo corpo quando ti sei afflosciato. La testa s’è abbassata, il mento sul petto, le labbra inferiori un po’ sporgenti. Il tuo corpo davvero era diventato di gomma. Ne eri uscito e in quel momento forse dal soffitto la tua anima ci guardava. Hai osservato Romualdo che con forza sovrumana ti ha preso in braccio piangendo "Ci penso io, ci penso io diceva". Ti ha caricato addosso e ti ha portato sul letto. Mi ha aiutato a cambiarti il pannolone, a vestirti finché eri ancora di gomma con quelle mani e quel corpo giallo, prima che diventassi di pietra, ti abbiamo messo un bel completo blu. E le scarpe Melluso di cui eri orgoglioso. Tu, sempre a risparmiare... Alla fine della tua vita ti eri concesso quel lusso di cui ti vantavi. Ma perché ti sei privato di tante cose papà?

Come ho visto fare in qualche film ti ho legato un fazzoletto perché la tua bocca restasse chiusa. Poi abbiamo dato incarico a Luigi di avvisare gli altri fratelli e sorelle.

Ho pensato al giorno prima. Era Natale. I tortelli in brodo. "Il brodo di gallina ti fa bene".

"Sì dopo", hai detto.

"Lo vedi il mare? Oggi è calmo" ti ho fatto osservare.

"Vide 'o mare quanto è bello!", mi hai risposto con un filo di voce.

"Appena stai meglio andiamo tutti a Tunisi. Tutta la famiglia... "

"Ti porto a casa del mio amico, vedrai che accoglienza!" hai aggiunto con entusiasmo.

"Sì - ho detto - e poi mangiamo la melhoukia e il cous cous al ristorante".

"Ma te lo fa Latifa, la figlia di Loucien. Lo fa lei il cous cous!".

"Voglio vedere la casa che hai ritrovato dopo trent’anni".

"La casa di mio padre? C'era ancora Boughiba quando me l'hanno restituita. Adesso ci abita un arabo."

"Perché non ce la farebbe vedere?"

"Come no? E amico di Loucien... E chi viene a Tunisi? " hai chiesto.

"Tutti".

" Tutti?"

"Sì tutti. Noi figlie, i figli i generi, le nuore e i nipoti. Il biglietto ce lo paghiamo per conto nostro. Ognuno il suo. Tutti sono d'accordo"

"Tutti?"

"Sì tutti. Ci andremo tutti insieme".
Non era vero e tu lo sapevi.

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24. Benedetto Bassanini

Mi serviva un' autenticazione della firma sotto una delega. Incaricavo mio fratello a occuparsi di verifiche sui depositi di mio padre alla posta e in banca.

L’impiegata de Comune di Roma non voleva accettare di convalidarmi la delega.

"Io devo leggere. Io sono responsabile di quello che c’é scritto"diceva.

"Va bene, legga. Ma secondo me lei deve solo autenticare la firma sotto alla mia dichiarazione. Quello che c’é scritto non ha importanza".

"Ah sì? E se si commettono degli atti illeciti? Non sono io la responsabile?"

"Senta signora - ho spiegato - qui c’è solo scritto che mio fratello può andare alla posta in mia vece a sbrigare delle pratiche. Se poi mio fratello mi vuole fregare i soldi sono affari miei. Peggio per me che gli ho dato la delega. Lei mi deve solo convalidare la firma".

" E io dovrei essere il tramite di un danno a lei? Vuole farmi perdere il posto?"

"Perché dovrebbe? Nessuna frase illecita è scritta qui!".

"Io non glielo posso fare. Qui c'è scritto che suo fratello può andare in banca, può andare alla posta, può andare... "

"In villeggiatura con i soldi miei!.. Ma dove le legge tutte queste cose! Abbia pazienza... In questo documento io dichiaro solo che delego mio fratello a sbrigare alcune pratiche..."

"Deve andare dal notaio e farsi fare una procura. Questa non è una delega, è una procura. Eppoi questo documento non è valido"

"Perché? Scade nel 2005!"

"Scade o non scade la patente non è più un documento di riconoscimento".

"La "mia" patente è sempre stata ed è un documento di riconoscimento. Non è di quelle nuove."

"S', ma la foto è vecchia. Io non la riconosco!".

" Insomma - replico spazientita - Bassanini non vi ha insegnato niente?"

"Bassanini? Peggio! E' peggio da quando c’é la legge Bassanini!"

"Peggio che cosa? Peggio perché il cittadino può venire qui e dire io mi chiamo Rossi Pasquale e se non ci credi ti denuncio?"

"Se è così allora perché non va in banca e alla posta a dire che lei è lei?"

"Perché non ho il tempo di andarci. Faccio la delega perché altri vadano al mio posto! Insomma - aggiungo spazientita - io adesso le dico due cose insieme. Le afferri bene perché sennò m'incavolo. Una: io sono io e se non ci crede la denuncio. Due: sopra a questa delega metto la mia firma e lei mi mette un timbro e uno scarabocchio di conferma!"

"Per me non si può fare. Comunque chiedo al mio capoufficio".

Dopo un po’ torna dicendo che si può fare. Tre deleghe, tre bolli da ventimila, più la marca da mille per ogni foglio". Il bolli li trova dal tabaccaio a duecento metri".

"Mi serve in carta semplice" replico.

"Non si può".

"Si può perché l’ho già fatta la delega in carta semplice. Basta la marca comunale da cinquecento lire".

"Senta una cosa - dice l'impiegata indicandomi la sua sedia. Perché non viene a sedersi al mio posto?".

"No per carità, Non voglio il suo posto!".

"Sa tutto lei sa! dice lei se ci vuole il bollo, se si può fare, se non si può!"

" A dar retta a voi invece, non si può mai nulla. Avete sempre l'atteggiamento punitivo!"

"Allora metto il timbro che non c’è il bollo per sua richiesta esplicita"

"Metta il timbro, ne metta due. Mi faccia una fotografia mentre affermo che non voglio pagare sessantamila lire di bolli inutili!"

"Va bene metto il timbro".

"Brava metta il timbro".

"Ecco fatto, non c’é bisogno di arrabbiarsi".

"Non c’é bisogno. Non credo proprio che ce ne sia".

"Io poi ho qui padre Pio che non vuole che mi inquieto. Lo vede?" mi dice indicandomi un libro con padre Pio in copertina.

"Anche io sono devota a padre Pio".

"Ah si? A me Padre pio ha salvato la nipotina. La mia bella nipotina. Vedesse che bamboletta! Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Sembra svedese, tesoro di nonna!"

"Carina - dico - bionda con gli occhi azzurri? E di chi ha preso?"

"Di mio genero. Un bell'uomo. La bimba però era gravissima, dovevano asportarle tutti il pancreas e sarebbe diventata diabetica a cinque anni. Poi ho tanto pregato padre Pio e miracolosamente è guarita! In ospedale si sono accorti che non occorreva più l'intervento."

"Quale ospedale?"

"Il Bambin Gesù".

"Si?.. Conosco il Bambin Gesù, lì c'é un medico bravissimo che si chiama Sabetta. Dottor Sabetta"

"Si, lui! Proprio il dottor Sabetta l’ha salvata. Il primario del reparto. Un dottore d’oro. Lo   conosce?"

"E' primario Sabetta? Mi fa piacere!"

"E’ il primario deve vedere quant’é bravo e quanto vuole bene ai bambini!"

"Lo so rispondo - Lo conosco da quando era un giovane medico mi diceva che litigava con la moglie perché tardava a rientrare. Naturalmente tardava perché ogni sera, prima di andarsene doveva fare il giro dei reparti per salutare tutti i bambini uno per uno".

"Ma allora lo conosce davvero..."

"E mica dico bugie... Avevo anch’io un bambino ricoverato. So come lavora il dottor Sabetta. Spediva con la Sabena campioni da analizzare all’estero. Faceva continue ricerche per i suoi piccoli pazienti".

"La Sabena?"

"La compagnia aerea belga. Ci lavorava il mio ex marito."

"Anche mia figlia sta a Fiumicino. Fa la hostess".

"Ma no!"

"Ma che combinazione".

"Credo - aggiungo- che se resto qui altri dieci minuti ci accorgiamo di essere parenti."

"Sì - risponde - e dire che abbiamo iniziato litigando."

"Già!".

"La prossima volta venga direttamente da me e mi dica che vuole il timbro che specifica che non intende pagare il bollo io glielo metto e arrivederci"
"Si certo vengo da lei- rispondo - Grazie, e dia un bacetto alla piccola!"

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 Educazione alla frustrazione

"La prossima volta venga direttamente da me e mi dica che vuole il timbro che specifica che non intende pagare il bollo io glielo metto e arrivederci"
"Si certo vengo da lei- rispondo - Grazie, e dia un bacetto alla piccola!"

Carlo Fazi è un terapeuta che lavora con i bambini handicappati. Bravissimo. Uno degli esercizi, oltre a quelli per scaricare l'aggressività è quello dell'educazione alla frustrazione. Sono bambini con problemi eppure riescono a darsi delle regole. Infatti l'esercizio consiste nel non superare una linea segnata per terra che delimita lo spazio dei giochi. I bambini possono scegliere di giocare in uno o in un altro spazio delimitato dove esistono dei giochi diversi. I bambini una volta che usano i giocattoli o gli attrezzi appartenenti ad uno spazio non possono passare nello spazio accanto portandoseli appresso. Devono cioè scegliere. Se cambiano spazio, cambiano anche tipo di gioco e uso di oggetti. E' questo un tipo si educazione alla frustrazione. Abitudine ad avere delle regole dei limiti oltre i quali non si può andare. Soprattutto è un modo efficace per far capire che occorre nella vita fare delle scelte e tutto non si può avere. Il giocattolo preferito, il luogo preferito. Lasciamo che qualcuno possa, mentre occupiamo uno spazio, usare quello che noi non occupiamo. Esistono anche i diritti degli altri.
Forse Berlusconi non ha questo tipo di abitudine alla frustrazione. Sembra incapace di fare delle scelte. Oppure a lui manca il muro che manca ai bambini della Ukmar. Nessuno gli dice: “oltre questo limite non si può andare”. Nessuno frena il suo delirio di onnipotenza. Così Berlusconi prosegue la sua corsa alla conquista di spazi sempre più ampi.
Come i bambini della Ukmar cerca un punto di riferimento nella sua esistenza, un punto di riferimento sicuro che lo tranquillizzi rispetto all’aggressività del mondo. Non lo trova. Nessuno, secondo lui ha l’autorevolezza per dirgli “basta, questo non lo puoi fare”. Allora egli mostra il sui io ipertrofico perché ha paura. Non di Rutelli. Rutelli o un altro per lui è lo stesso. E’ l’avversario del momento da battere con ogni mezzo. Mostra con lui i muscoli, eccede nella difesa come farebbe con chiunque altro perché vuol dimostrare soprattutto a se stesso di essere invincibile. Ma ha paura.
“A me chi mi difende dal mondo?” è la domanda inconscia dei bambini col delirio d’onnipotenza. Così Berlusconi. Si fida solo di se stesso, ma è impaurito perché crede che in caso di sua defaillance potrebbe soccombere e perdere tutto. Non vede appoggi, difese, democrazia. Non conosce il padre giusto e autorevole che sì lo potrebbe frenare, ma poi lo salverebbe dagli attacchi del mondo esterno. E’ ben triste questo suo non potersi fidare di nessuno. E’ angosciante il vuoto che crede di avere intorno.
Ho fiducia che Silvio Berlusconi superi questo inquieto periodo dell'adolescenza per accettare di essere cresciuto. Per maturare deve comprendere che dopo Tangentopoli, che si voglia o no, la società è cambiata. Noi italiani ci siamo resi conto di desiderare una classe dirigente meno corrotta. Più pulita. Dove gli interessi per le persone, per l'ambiente, per i bambini, i deboli gli anziani, vengono prima di tutto. Una società in cui è necessario conciliare la spinta alla produttività e al benessere col senso di solidarietà e affratellamento. Una società complessa in cui la globalizzazione dei mercati non vada a modificare principi importantissimi come il diritto a cibarsi di prodotti naturali e sani; dove il rispetto dell'individuo è tale da non permettere che si rinunci alla consapevolezza della preziosità di ogni essere umano.
L’aspetto ironico di questa società globalizzata, che si esprime in massima parte attraverso Internet, è tale che quanto maggiore è la possibilità di spaziare  nell’immenso, tanto più si valorizza il particolare. Internet  propone  offerte minimali, inquadra i soggetti più diversi, mette a fuoco il dettaglio, evidenzia la minuzia.
E’ una nostra irrinunciabile prerogativa quella di trovare l'infinitamente piccolo nell’incommensurabilmente grande, e viceversa. Il percorso tra questi due punti ci fa capire il senso della nostra esistenza. La nostra ambizione ad andare oltre tutto questo.

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26Lollobrigida europea

 

Gina Lollobrigida anche lei candidata per elezioni europee. Un giorno entra nel nostro scompartimento e una porta difettosa del corridoio la colpisce.

“Aho, che modi so'! Gli organizzatori so' matti!”. Il suo modo di parlare è una sorpresa.  Ha una voce bassa, inverosimile in quel corpo da bambolina. E' un contrasto incredibile. Si avvicina a noi e non parla più. Forse è timida. Dopo aver dimostrato il suo disappunto per il piccolo incidente sta seduta tranquilla per tutto il tempo che serve a raggiungere la successiva fermata. A Latina l'attendono e le fanno festa. Qualcuno segue il corteo di persone che sta appresso alla  diva. La Lollo. In suo onore gli ospiti offrono a noi tutti mozzarelle di bufala speciali e vino rosso di campagna. La candidata si fa fotografare per i giornali locali. C'è una gara a farsi riprendere vicino a lei. Qualcuno le chiede l'autografo. Altri si meravigliano di vederla lì perché non sanno che è in corsa per il Parlamento europeo. La sua candidatura, nata per attirare l'attenzione dei mass media, non ha aspettative di elezione e credo che lei lo sappia. E' un'esperienza che intende fare e magari si diverte pure. Del resto a differenza dei candidati non divi, a lei tutta la faccenda non costa nulla. Mi hanno detto dei patti che ha fatto circa le spese per la sua candidatura. Tutto è a carico del Movimento. Dai viaggi, ai pernottamenti, ai manifesti. Il tipografo ha tribolato per dare all’immagine sui “santini” la perfezione che la Lollo esigeva. E mentre questo accadeva, gli altri candidati attendevano pazienti che la tipografia consegnasse la pubblicità cartacea della Lollobrigida per poi andare avanti con i manifesti degli altri.
“Sto sudando sette camicie”, diceva il compositore dell’immagine. Poi alla fine, col sollievo generale, fu portato a termine l’arduo compito di accontentare l’attrice di “Pane, amore e fantasia”.

Soddisfatti tutti. Primo tra gli altri proprio il tipografo che con indulgenza aveva accettato di fare gli straordinari pur di andare incontro ai capricci della diva

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. Pareri su Silvio e… altro

C'è chi a Silvio Berlusconi è affezionato davvero perché, come scrive Gabriele Romagnoli in un suo articolo su "Diario" del 30 marzo: "Siamo un popolo di sognatori. A basso costo. Sempre sognatori tuttavia". E il sogno, che proviene dall'induzione a fantasticare agita da Berlusconi verso i semplici, è grandioso e apparentemente facile da raggiungere. Qual è il sogno? Partire da niente e farsi tutto.

A "Chi l'ha visto?" hanno ritrovato a Londra un ragazzo fuggito da casa. Era lì a fare il lavapiatti perché vuole diventare come Berlusconi. "Così come ce l'ha fatta lui ce la posso fare anche io". E' questo che ha pensato il fuggitivo: cominciare da lavapiatti e poi possedere una catena di ristoranti. Gli uomini che ammirano il Cavaliere vorrebbero arrivare lontano come lui. La sua storia è per loro un esempio da seguire. A partire da quando lavorava sulle navi dov'era al servizio di Fedele Confalonieri, che ogni tanto lo licenziava perché si attardava a ballare "fuori orario" con le passeggere. E quel fascinoso intrattenitore da crociere, affinando la sua pronuncia francese e perfezionando la difficile arte di sedurre, gettava le basi per realizzare uno dei più incredibili successi che sia stato possibile realizzare nella nostra era. E' diventato il boss dell'uomo che più volte lo ha licenziato. Una storia da film. E con generosità ne ha fatto il presidente delle reti Mediaset.

 

27.1 Berlusconi docente

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BERLUSCONI: COME TI CONQUISTO I VENDITORI.

 

"Questi qui si alzano e tutte le mattine, guardandosi allo specchio, che cosa vedono? Vedono uno stronzo. Giorno dopo giorno, mattina dopo mattina. Quello specchio riflette la stessa drammatica immagine. Non serve a niente cambiare specchio, cambiare casa, cambiare look. Tutte le mattine si vede la stessa terribile, disgustosa immagine. E quindi i signori che disgraziatamente appartengono a questa categoria si incazzano immediatamente e restando incazzati tutto il giorno... Questi uomini vengono trattati da stronzi... Se però lo stronzo trova qualcuno che lo tratta in maniera diversa, gliene sarà grato, sarà disponibile, sarà aperto, cordiale, insomma un po' meno stronzo. E quindi abbiamo reso anche un servigio all'umanità, l'abbiamo alleggerita... Bisogna conquistare questi clienti principalmente perché diventeranno gli amici più sinceri... E quindi con loro avremo relazioni di lavoro fantastiche".

 

(Silvio Berlusconi, discorso ai venditori di Publitalia, da Stefano D'Anna e Gigi Moncalvo, Berlusconi in concert, Mozart 1994).


27.2 Berlusconi e le donne

Le donne gli inviano 10 mila lettere al giorno. Spieghiamoci meglio, alcune categorie di donne scrivono a Berlusconi per ringraziarlo di avergli cambiato la vita da quando lui ha imposto le trasmissioni al mattino.

Mi viene in mente mia madre che era felicissima quando, durante la fiera del Levante, la Rai trasmetteva film in tutto il Sud alle dieci di mattina. Così quel regalo inatteso la gratificava enormemente. Lei preparava tutto prima, sbrigava le faccende, metteva su il sugo per il pranzo e sedeva sulla sedia a dondolo di vimini a godersi il film. Per lo più vecchi capolavori del cinema americano in bianco e nero con divi amati come Spencer Tracy, Humphrey Bogart, Ingrid Bergman. Credo che se quei film li avesse trasmessi Berlusconi, anche lei avrebbe votato per lui; se non altro per protestare contro mio padre che quando il pranzo non era pronto in orario andava a poggiare la mano sopra al televisore ormai spento per vedere se era caldo. E brontolava.

"Capisce? Io cambio la vita delle persone e lei mi suggerisce di candidarmi a sindaco di Milano?" disse tanti anni fa Berlusconi al direttore di un quotidiano, mostrandogli le diecimila lettere ricevute ogni giorno dalla donne.

L'articolo che ho già citato di Gabriele Romagnoli suggerisce che al Silvio di Arcore pareva quasi un insulto essere invitato a fare il Sindaco, uno sminuire le sue possibilità di conquista dell’elettorato.

Ma a quale categoria appartengono le donne innamorate di Silvio Berlusconi. Io ho il massimo della comprensione per la semplicità e il candore di alcune persone appartenenti al mio sesso, così facili da conquistare. Ho appena scritto che probabilmente anche mia madre se fosse viva voterebbe per Silvio Berlusconi. Cerchiamo di capire perché.

Cominciamo da come noi donne siamo semplici, facili da essere convinte da chi conosce i simboli inconsci delle nostre preferenze. A volte basta un segno grafico rotondo al posto di uno triangolare per condizionare la nostra scelta. Vi racconto un esperimento che dimostra come l'immagine creata da un disegno, alcune parole e un grosso stanziamento per la pubblicità possono dare un profitto enorme. Questo perché noi tutti in genere acquistiamo non tanto il prodotto quanto i significati che noi gli attribuiamo. E questo vale maggiormente per le donne. L’esperimento, realizzato negli Stati Uniti è il seguente:  La strategia consisteva nel vendere "il trasferimento della sensazione" di modo che le persone trasferissero il disegno o il nome dell'involucro al prodotto che stava all'interno di esso. A duecento donne che avevano collaborato con dei pubblicitari fu promessa una notevole provvista di cold cream. Dovevano però scegliere la fornitura tra due vasetti campione e provarli. L'etichetta di entrambi i vasetti recava la scritta "cold cream di prima qualità". Una delle due aveva un coperchio con due triangoli, l'altra con due cerchi. Nessuno avvertì le donne che la crema dei due barattoli era identica. Il risultato fu quello che ottanta donne su cento scelsero la crema con i due cerchi sul coperchio perché la trovavano migliore, di qualità superiore e più facile da spalmare. Si ebbe così la conferma del dato già a conoscenza dei pubblicitari che le donne preferiscono i cerchi ai triangoli. Vi pare poco?

Per chi tutti i giorni si può affacciare dentro il nostro salotto dallo schermo televisivo è tantissimo.

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 Alice nel paese del consumo

Non è una novità. Noi donne siamo sensibili a certi modi di presentare i prodotti in vendita fino al punto di entrare in trance ipnoide. Lo dimostrò James Vicary in un vecchio studio sulle reazione delle donne in un supermarket. Il ritmo dei battiti scende fino alla soglia di quattordici per minuto. Si entra perciò in una leggera forma di trance che è la prima fase dell'ipnosi. I colori, certi disegni la confezione di una scatola possono attrarci fino al punto di non riconoscere conoscenti che ci passano accanto… Grafici e disegnatori sono in grado di indurre all'acquisto impulsivo di un prodotto in base al tipo di confezione che predispongono. L'occhio di noi donne è attratto dai prodotti contenuti in involucri rossi, gli uomini da quelli in blu.

Il fattore fondamentale è però la posizione del prodotto nel negozio. Il terzo scaffale è quello dove si riesce a vedere e comprare il prodotto anche se costa notevolmente di più degli altri in posizioni meno felici.

Per un certo periodo ho svolto un lavoro di marketing. Dovevo rilevare per un’azienda milanese, quali prodotti erano venduti sul terzo scaffale e poi paragonare i prezzi tra quelli e tutti gli altri. Inoltre dovevo annotare altri trucchi di vendita come ad esempio la posizione del sale o dello zucchero che spesso non si riesce a trovare. Il porre questi oggetti di consumo indispensabili in luoghi nascosti è una scelta del gestore, il quale sa bene che il cliente percorrendo il supermercato alla ricerca del sale viene attratto da decine di prodotti che non gli occorrono ma che comunque introduce nel carrello della spesa.

Per i pubblicitari il bersaglio da colpire è la donna media. Essi la considerano una persona relativamente infelice, che si sente un po' sola e isolata, che soffre un senso di estraniazione dal mondo. E i messaggi a lei indirizzati debbono avere un sapore  quotidiano, conosciuto, domestico, per non creare ansia.


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 Il candidato  in vendita

Se gli  elettori  sono "mercato" e se fare campagna elettorale  equivale  a  vendere  un  prodotto, è sicuramente valido uno dei metodi usati dagli agenti pubblicitari che si fonda sullo sfruttamento della paura. La pubblicità ritiene che per sfruttare le ansie offrendo il modo di alleviarle, il primo passo da compiere  è creare  o aumentare l'ansia. La paura del pericolo che ci minaccia dall'esterno può essere un eccellente strumento per un dittatore. E il gioco prevede che creata l'ansia  si venda facilmente l'antidoto.

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28.2 "La paura del pericolo: meraviglioso strumento per un dittatore"

Vance Packard scrive in proposito: "Alcuni anni fa il "Journal of Marketing" recò un lungo resoconto intitolato: "Paura: la potenza di un richiamo trascurato dal Marketing": L'autore principale era uno psicologo sociale assunto da un'importante agenzia di pubblicità che, insieme ai suoi colleghi, recensì novanta studi sulla paura per far vedere come gli inserzionisti erano stati troppo esitanti a provocarla. Con una serie di documenti egli dimostrò quali grandi paure sono più efficaci per vendere prodotti come assicurazioni, colluttori, alimenti dietetici e strumenti di sicurezza per le automobili.
Gli autori stessi alla fine sollevavano il problema morale: “Era possibile che valersi di quel tanto
di paura necessaria per raggiungere l'optimum nelle vendite del prodotto potesse avere conseguenze deleterie per le persone estremamente ansiose eventualmente presenti tra il pubblico?" Scartarono immediatamente questa ipotesi sostenendo che il grado di paura utile nel commercio non può essere elevato al punto da diventare neppure vagamente "immorale".

 

28.3  Il paradosso dei poveri

Oggi questa paura viene ancora usata per vendere prodotti? Certamente sì, anzi, le tecniche col tempo si sono affinate. La paura viene sicuramente usata in campagna elettorale, anche in questa ultima. Ciò che maggiormente affligge i tempi nostri e che spinge l'elettorato a votare  a  destra è un’apprensione indirizzata dai mezzi di comunicazione ed accolta pienamente da molta parte dei fruitori di programmi Mediaset. Credo che un’altissima percentuale delle persone che voteranno      lo  faranno  per  dare  un  segnale  sul  tema  della Sicurezza. E molti, ignorando completamente quanto è stato fatto  in  proposito dal governo attuale, sceglieranno la destra. Ritengo questo un paradosso.
Sembra di vederle quelle persone ricche, sdraiate ai bordi delle piscine, o intente a organizzare ricevimenti nelle loro lussuose dimore di città. Sono tranquille. Il tema della sicurezza non le sfiora neanche da lontano. Le loro preoccupazioni principali sono gli affari in borsa, le azioni che salgono o scendono, la colf che si è licenziata o l’appuntamento col dietologo.

Di quale insicurezza si parla se questi ricchi, che avrebbero qualcosa da perdere non si preoccupano?

Mi diceva stamattina Andrea, il ragazzo della porta accanto, un universitario che torna ad Ostia antica col trenino che parte dalla Magliana; mi raccontava che ieri due controllori hanno fermato un extracomunitario e gli hanno fatto la multa perché non aveva il biglietto. L’uomo, appena scesi dal treno i due impiegati dell’Acotral, ha strappato la contravvenzione.

“Hai visto?”  ha detto un signore anziano all'universitario che gli era seduto accanto.

“Che cosa?”

“Quello, ha strappato ‘a murta… Oggi fa così, tra un po’ de tempo ce se magna”.

“Forse è solo un poveraccio”, gli ha risposto Andrea.

“Eh fijo, tu sei giovane. Nun sai a cosa annamo incontro co' sta ‘ggente. E semo noi che jo’ permettemo. Semo noi semo… Pecché quanno è ora d’annà a votà nun sapemo quello che dovemo ‘dda fa”.

“Scommetto che lei vota per la Lega”, ha suggerito Andrea sorridendo.

“La Lega?..Ma quer Bossi è un deficiente… che Lega! Io voto ‘ppe Fini”.

“ Allora vota anche per il deficiente come lo chiama lei. E vota per Berlusconi”.

“Ma nun se po’ più annà avanti così! Voto pe' chi me pare ‘abbasta che se finisce co' tutte 'ste razze che entrano escono dar colabrodo che è diventata l’Italia”.


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 Cuculismo: nido da difendere

Ho definito “cuculismo”, in un mio racconto, questa guerra tra poveri che ci fa temere lo straniero. La paura cioè che altri possano privarci delle nostre piccole conquiste, del lavoro, della casa. La paura di essere soppiantati da forze nuove, popoli diversi da noi; uomini determinati che  inseriti nel nido che ci appartiene, buttino via noi o i nostri discendenti.  Come fa il cuculo con gli uccelli che lo ospitano.

L’egoismo è innato nell’uomo, la paura pure. Hanno perciò gioco facile quei messaggi pubblicitari incentrati sui timori inconsci e sulla proposta dell’antidoto.

L’allarme sociale non c’è in realtà. Ogni italiano sa bene che la sicurezza in Italia esiste. Più tardi citerò statistiche che fanno il punto della situazione. Certamente occorre migliorarla questa sicurezza a cui tutti teniamo. Non si può però affermare in buona fede che non si siano fatti dei progressi rispetto a cinque-sei anni fa.

Però, sollecitati dai messaggi allarmistici che ogni giorno ci vengono trasmessi, molti di noi vogliono convincersi di pericoli imminenti che in realtà non esistono.

Ho da farvi leggere un piccolo esempio di come si fa, in Italia, informazione finalizzata a sollecitare la paura.

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 Il percorso dell’ansia

MONITORAGGIO 12 aprile 2001

TG4 sera

- Da studio Emilio Fede afferma che il centrosinistra cerca di indebolire l'immagine di Berlusconi con l'aiuto di certa stampa";

- Giuliana Fiorentino legge un e-mail appena giunta in redazione da parte di un certo Pietro, telespettatore del tg:" Ma con quale faccia tosta lei, campione di parzialità si permette di giudicare le  tv e la stampa che appoggiano Rutelli?";

- Fede prende spunto da questo messaggio per ribadire che c'è un vero fuoco di sbarramento verso Berlusconi,  come mai si era visto in passato;

 

- Fede affronta il tema della bomba a Roma e dice che la pista è quella del terrorismo rosso.       

Segue servizio di Antonio Pascotto intitolato "la bomba rossa" in cui afferma che gli inquirenti sono certi che la bomba in Piazza di Spagna è riconducibile alle "nuove brigate  rosse"

- Immagini dei luoghi devastati dall'esplosione                                                                                   

- Fede ritorna sul l'attacco preciso e sistematico contro Silvio Berlusconi tendente ad imputargli la strage di via D'Amelio; 

- Fede invita a non dimenticare le gambizzazioni di Indro Montanelli  ed Emilio Rossi, avvertendo che toni così alti nella campagna elettorale possono ricondurre a tali violenze;

- Servizio di Antonello Capurso intitolato "Una storia italiana" vertente sul libro che Berlusconi invierà alle famiglie italiane e dal quale vengono tratti un motto di Luigi Berlusconi (padre di Silvio): "Chi crede vince" ed una frase di Silvio Berlusconi: "Sono un sognatore pragmatico" (foto di Berlusconi da piccolo, da giovane mentre canta, con la famiglia attuale, con le coppe conquistate dal Milan);

- Rubrica intitolata "Le perle del giorno" in cui vengono affrontati tre temi negativi per il centrosinistra; 

- La bocciatura della Corte dei Conti del progetto Bassanini  di aumento degli stipendi statali ;   

- L'abbandono dei Verdi da parte di Athos De Luca, Il ministro Bordon "smentito" dal Governo;

Servizio di Enrico Laurelli intitolato "Ulivo e Ulivisti" sui dissidi all'interno dell'Ulivo (insert di Fassino, Diliberto, Mussi);

 - Da studio Emilio Fede afferma di essere assolutamente contrario al fatto che Mediaset non abbia in palinsesto dei programmi del tipo Satyricon;

- Servizio sui malati di Aids soprattutto in Lombardia;                              

- Filmato sullo sciopero del giorno successivo dei piloti Alitalia;                         

- Filmato di un autobus bruciato in Campania per il fuoco appiccato dai disoccupati;                    

- Da studio Fede rende nota una dichiarazione di un Generale dell'Esercito secondo cui il tritolo usato per la bomba di Roma non è facilmente reperibile in Italia, ma è solitamente originario delle regioni balcaniche;

- Fede porge i suoi auguri pasquali ad una donna che oggi compie 105 anni

29.1 La fuga del turista              

Questa è la rappresentazione dell'Italia sotto il governo di centrosinistra fatta da Emilio Fede e dai tg di Mediaset. Il tg4 del 12 aprile 2001 è una vera e propria selezione di informazioni negative tutte riferibili all'incapacità di chi ci governa. Mi immagino uno straniero che, comprendendo bene l'italiano, e non conoscendo la faziosità del tg di Fede, si trovasse a seguire, mettiamo in albergo,  appena arrivato in Italia, queste notizie.

Chiaramente il turista, chiamiamolo James Smith, avrebbe da poco iniziato a disfare le valigie ascoltando e osservando distrattamente il servizio del telegiornale. Osserviamo in che modo potrebbe reagire:

Con le camicie in mano diretto ad un cassetto, dove ha visto abbastanza spazio per riporle in ordine, mister Smith sente queste parole: "Fuoco di sbarramento" verso Berlusconi "come mai si era visto in passato". Dopo poco si aggiunge la voce del giornalista Pascotto che inquadrato al posto di Fede annuncia "bomba rossa" e quindi "nuove brigate rosse".

Con la bottiglia del dopobarba in mano, l'uomo che si chiede per quale motivo l'aveva presa, viene attratto da poco rassicuranti immagini di luoghi devastati dall'esplosione.

A questo punto il povero Smith si cosparge il viso del liquido per concedersi un gesto rassicurante. Poi però sente parlare di Mafia e di Strage di Via D'Amelio apprendendo che qualcuno avrebbe interesse ad attribuire a Berlusconi tali crimini. Subito dopo, sconcertato, realizza che in Italia siamo a un mese dalle elezioni. Emilio Fede infatti afferma che il clima preelettorale, troppo teso, potrebbe indurre a perpetrare azioni di violenza e terrorismo. Lo stesso giornalista rammenta le gambizzazioni di Montanelli e Emilio Rossi e il periodo degli anni di piombo.

Al turista che decide di farsi una doccia e sta per un po' sotto l'acqua scrosciante viene risparmiato il seguito di quell'esposizione del tg4. Non sa cioè, il nostro James, che la Corte dei Conti boccia il ministro Bassanini, mentre un altro ministro, cioè Willer Bordon viene smentito dal Governo. Non arriva a sapere che gli Ulivisti litigano e che esiste un paese dove la gente è seppellita dall'immondizia. James Smith esce dal bagno rinfrancato. Si strofina addosso l'accappatoio pregustando una cena all'italiana e magari un'avventura con un'affascinante donna latina. A questo punto le sue fantasie erotiche vanno a scontrarsi con la dura realtà presentata dal tg che comunica l'aumento dei malati di Aids soprattutto in Lombardia.

Smith segue il filmato che approfondisce la brutta notizia mentre sta riponendo nel cassetto camicia e cravatta di lusso che avrebbe voluto indossare.

"Le passeggiate per la città, le visite ai musei", egli pensa, "sono altrettanti buoni motivi per apprezzare questo viaggio di piacere verso il bel Paese". Il suo desiderio consolatorio però si interrompe perché un filmato mostra un autobus bruciato da disoccupati in sciopero. All'uomo sorgono dubbi sulla salubrità delle passeggiate in città. . E' vestito di tutto punto, ma ha ormai  perso l'appetito. Ordina un toast in camera e lo mastica nervosamente osservando in cagnesco il giornalista spiegare che un generale dell'esercito italiano ha dato notizie sui detonatori usati dagli attentati. "Sono parti di bombe - egli dice- provenienti probabilmente dai balcani perché attribuibili ad un certo tipo di terrorismo rosso". Ed è rosso in faccia anche il signor Smith che ha un boccone del toast per traverso. Tossisce, riesce a deglutirlo e continua a tossire. E mentre tossisce apprezza questa possibilità che gli viene offerta di non seguire il tg di Fede. Dopo un po' torna la calma. James si asciuga la fronte, si toglie le scarpe e si sdraia sul letto stanchissimo. Il suo rilassamento dura però la frazione di pochi secondi perché già la voce del tg lo raggiunge comunicandogli che a partire dal giorno dopo uno sciopero dei piloti Alitalia fermerà le partenze e creerà disagi ai viaggiatori.

James Smith a questo punto, scatta come una molla. Va riprendersi le quattro camicie dal cassetto e le ributta malamente in valigia. Riprende il dopobarba, ma per la fretta la boccetta gli cade frantumandosi sul pavimento. Una scheggia di vetro gli ferisce un piede perché James scalzo vi cammina sopra. L'uomo taglia una striscia da una camicia nuova e si benda la parte sanguinante. Si infila calzini, scarpe e telefona all'aeroporto. Prega il suo santo protettore di poter trovare posto in aereo. Nell'attesa che l'impiegata addetta consulti le prenotazioni in lista, osserva la pubblicità. Le immagini della Cocacola gli fanno sentire nostalgia di casa. E' appena arrivato ma ha le lacrime agli occhi per la paura di non trovare posto. Guarda le goccioline scorrere sulla lattina ghiacciata e si accorge di avere una sete tremenda. Apre il piccolo frigo e trova una bottiglia di minerale. Beve e si rasserena un po'. Riprende a seguire la pubblicità e riesce a stare calmo fino a quando rivede con preoccupazione il mezzo busto di Fede. Ascolta altre notizie. Altre brutte notizie di un'Italia inquietante. Un attacco di tachicardia lo assale. "Pronto signorina, lo ha trovato si o no un posto per me?"

"Certo mister Smith. Lei se vuole può prendere il volo di ritorno per New York delle ore 23, 50. Vuole prenotarsi?"

"Sì - dice James. Poi ripete - yes, thank you!"

"Ok", risponde l'impiegata e continua a fare il suo lavoro, ma non ha ancora finito di inserire i dati nel computer, che il malcapitato James è già nell'ascensore. Con un calzino che fuoriesce dalla valigia chiusa in fretta, i capelli arruffati e un pezzo di pane del toast sbriciolato sulla giacca.

Non importa. Domani sarà a casa e in salvo.

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29.2 Fingiamo un tg in Par condicio

Visti i possibili risultati di un telegiornale fazioso, per Par Condicio Rutelli avrebbe dovuto avere un tg che mandato in onda nello stesso orario, e rivolto allo stesso target trasmettesse ai telespettatori per lo stesso tempo

Esempio: ( trasmissione simulata di notizie vere

1. Presentazione del sindaco Tajani a Roma all’htl. Hilton mancava Bossi. Erano presenti Casini, Fini, Berlusconi Buttiglione. Alcuni esponenti dei Democratici hanno sostenuto che si vergognano di Bossi che fino a poco usava lo slogan "Roma ladrona";

2. Il meridione ha vinto la gara dell’export. Dal rapporto annuale Istat emerge che il meridione ha fatto registrare una crescita del 7% nell’anno 2000 con un picco in Calabria del 33’7%. Il ministro dell’industria Letta ha commentato che l’economia del sud si è messa in moto;

3. Banchitalia ha stanziato 250 miliardi per il passaggio all’euro. Finalmente è alle porte la moneta unica voluta dal centrosinistra che ha raggiunto il proprio obiettivo;

4. Il ministro del tesoro Vincenzo Visco afferma che il Polo aumenterà le tasse. Il programma fiscale di B. potrebbe inconsapevolmente portare ad un aumento delle tasse piuttosto che alla riduzione annunciata;

5. Nonostante l’ottimismo del premier prima di essere eletto, l’economia thailandese appare in flessione. Lo scrive l’autorevole quotidiano britannico Financial Times. Vi ricordiamo che Tharskin, premier attuale della Thailandia, magnate dell’editoria e del settore televisivo aveva promesso un forte sviluppo economico per il paese asiatico;

6. Il quotidiano statunitense International Herald Tribune sostiene che un’eventuale elezione a premier di Silvio Berlusconi potrebbe comportare ripercussioni negative dal punto di vista economico per tutta Europa;

7. Gli italiani preferiscono gli ospedali pubblici. La sanità privata non è migliore di quella pubblica. Almeno stando al rapporto annuale sui ricoveri ospedalieri del ’99. Pur non disdegnando le strutture private, gli italiani preferiscono gli ospedali pubblici nel 90% dei casi , dove si sentono più sicuri;

8. Si è svolto un incontro tra il questore di Roma Finazzo e una rappresentanza dei portieri degli stabili della capitale. I portieri sono stati definiti cittadini qualificati e invitati a continuare nella loro opera di prevenzione nei confronti degli sconosciuti che gravitano attorno ai palazzi; servizio con immagini tratte dai film in bianco e nero( Totò, ) in cui si precisa com’è familiare la figura del portiere;

9. Roma si rifà il look artistico : presentato alla galleria colonna dalla sovrintendenza ai beni storici di Roma Claudio Strinati il restauro della venere di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e del monumento ai borghesi di Calais di Auguste Rodin. Collezione patrizia le più prestigiose della città;

10. Ci chiedono di trasmettere il discorso di Berlusconi alla Confindustria per la parte relativa alle cosiddette "missioni", per rispetto della par condicio dovremmo trasmettere anche una parte del discorso di Rutelli sulla tregua fiscale finalizzata all’aumento degli investimenti e quindi dell’occupazione;

11.  Servizio sulla Par condicio e intervista a Rutelli di 1’ 19’ dove il candidato a premier dichiara che gli esponenti del centrodestra vorrebbero che tutto venisse ricondotto alla caserma Berlusconi, altro che casa delle libertà! Dove chi ha diritto di parlare è solo lui;

12.  Condanna Mondadori - il giudice unico di Cles (Trento) Claudia Miori ha condannato Giancarlo Lehner a 60 milioni di risarcimento per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti di Francesco Saverio Borrelli, Pier Camillo Davigo, Gherardo Colombo, Francesco Greco e Ilda Bocassini. Leher era imputato per 23 frasi contenute nel libro "Attentato al Governo Berlusconi" pubblicato da Modadori e distribuito attraverso Panorama nel luglio del 97;

 

Nel primo esempio di trasmissione al tg4 dimostra come si è tracciato un percorso obbligato attraverso il quale il telespettatore si rende conto di una serie di problematiche della sua esistenza dovute al malgoverno del centrosinistra e tra tante negatività c’è la notizia di Mediaset positiva, in attivo, in piena floridità dovuta al gruppo che se ne occupa. Il messaggio è : "Se Mediaset si occupasse del Governo sarebbe tutto più positivo".

Alcuni personaggi della destra affermano non si deve comparare il lungo tempo di trasmissioni che Emilio Fede dedica al suo datore di lavoro o alla di lui causa, perché il numero di telespettatori che lo seguono è minimo, quindi il suo tg non può influire sugli esiti della campagna elettorale. Tutto ciò non è esatto perché Fede va a gettare l'amo in un privilegiato bacino di consensi che nessun altro politico oltre Berlusconi può ottenere.

Partiamo dai dati dell'osservatorio di Pavia, dove risulta che B dai suoi tg e da quelli in Rai abbia una visibilità notevolmente superiore al suo avversario candidato premier Rutelli. E questo è una inconfutabile maggiore opportunità in senso quantitativo che il candidato della destra ha rispetto a quello del centrosinistra. Ma ammesso pure che i tg di maggiore ascolto riuscissero a dividere la loro attenzione in misura paritaria, esiste il tg4 a creare una incolmabile discrepanza tra le due parti.

Emilio fede può contare su qualche centinaia di migliaia di ascoltatori al giorno. Sono sempre gli stessi? Per l'80% sì, per il 20% no . Vogliamo dare un peso a questa variabile del venti per cento? In cinque giorni la variabile costituisce un nuovo serbatoio di ascolto. Ossia, non solo il tg di Fede ha un gruppo di affezionati al suo programma, ma esiste anche una diffusione a medio termine di un ulteriore 100% di share diverso dall'originario. Sommando il tutto è facile capire che tipo di  "par condicio”offre il tg4.

Perché se è pur vero che molte persone non prendono in considerazione Emilio Fede, occorre pensare che, per contro, tanti altri lo seguono volentieri, specie le donne come si è detto;  per il clima colloquiale che il giornalista crea durante l’esposizione delle notizie. Ora, possiamo scrivere tante cose per denigrare un giornalista “parziale” come Emilio Fede; non si può certo affermare però che egli sia uno sprovveduto e che non conosca il suo mestiere. E’ forse l'unico ad aver iniziato la professione a quattordici anni (più precocemente ancora di Enzo Biagi che cominciò a diciassette) e di gavetta ne ha fatta tanta prima di diventare direttore di tg in Rai e poi a Mediaset.

Il senso di appartenenza che Fede  suscita nel suo target d’ascolto è conseguente ad una ricercata e confidenziale maniera espositiva delle notizie. Attraverso questo clima le cose dette hanno un’incidenza maggiore che in altri modi di fare informazione. Tanto maggiore quanto più le persone, in periodo elettorale, sono dubbiose sulle scelte da fare.

Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, o meglio “sotto i riflettori”. Già dai tempi di Eisenhower si comunicava ai cittadini un clima di fiducia per influenzarli sulle scelte. Erano gli anni Cinquanta e si incominciava a considerare per la prima volta i candidati "una merce", le campagne elettorali "vendite promozionali" e l’elettorato "un mercato".  Successivamente nel 1960 le elezioni furono una sorta di rifacimento del romanzo avveniristico di John G. Scheider, un tecnico pubblicitario ritiratosi dagli affari. Nel romanzo satirico, scritto nel 1956, la presidenza veniva considerata un prodotto come tutti gli altri, da smerciare mediante una strategia pubblicitaria di provata efficacia. E le elezioni quindi, si trasformarono in una titanica lotta tra due grosse agenzie pubblicitarie: La Reale e Bratton, per i repubblicani, la BS&J, per i democratici. E al candidato Henry Clay Adams, convinto di dover fare all’elettorato un discorso sulla politica estera americana in rapporto alla crisi atomica, Blade Reade suo agente pubblicitario, disse, che se intendeva far colpo sugli intellettuali e sugli studenti della Columbia University lo poteva fare durante il tempo libero; ma le ore di trasmissione Tv dovevano essere impiegate diversamente. Poi aggiunse: "Non dimentichi mai il suo mercato, caro signore!" Il suo mercato è fatto da quaranta o cinquanta milioni di gonzi che se ne stanno seduti in casa e bevono tutto quello che lei gli propina per radio o per televisione. Ci pensano mai all’atomica questi poveri imbecilli? Neanche per sogno! Pensano al conto del droghiere!".

Leggendo queste frasi ci accorgiamo che nulla è cambiato nella lotta alla conquista del mandato a governare. Il “marketing psicologico” inventato in quegli anni è la base su cui si sono ispirati per decenni gli specialisti delle campagne elettorali.

 

Piccola nota:  13 aprile 2001  il New York Times intervista Berlusconi e riporta una sua considerazione sulla campagna elettorale:

" But in an election campaign we do not discuss the programme because it doesn't bring us votes"
"Ma in campagna elettorale noi non dibatteremo del programma perché questo non porta voti"  

29.3 Il sentiero scivoloso

Le notizie del disagio, esempio n. 2:

1) Nel TG4 delle ore 19.00 del 14 marzo 2001, si descrive in termini estremamente negativi la zona di Roma in cui è avvenuta la tragedia della piccola Carmela di due anni, rimasta uccisa in un rogo all’interno di una roulotte ("si tratta di una zona alle porte di Roma in cui decine di famiglie vivono senza casa, senza nulla"). Si precisa che nei dintorni vi sono delle case di proprietà del Comune di Roma in cui numerose altre famiglie vivono da anni in condizioni fortemente disagiate, sebbene si fosse dovuto trattare di una soluzione assolutamente temporanea;

2). Il servizio, che pure viene presentato da quasi tutti i telegiornali allo stesso modo critico, viene preceduto, nel caso del TG4, da un servizio sul fiume Tevere altrettanto negativo. Viene intervistato un vigile del fuoco che avverte dai rischi di leptospirosi e salmonellosi (per i quali egli stesso, talora, è costretto a sottoporsi durante gli interventi di salvataggio che gli impongono peraltro il ricovero in ospedale dove gli somministrano antibiotici) e si comunica che facendo un giro dalle parti dell’isola tiberina, si rinvengono solo topi e "baracche di extracomunitari mimetizzati tra le canne".

3) I dieci secondi di Berlusconi al TG4 serale, sono il risultato di due insert, di 4’’ ("Credo che tornerò ad occuparmi del Milan") e 6" (vecchia dichiarazione che si vuole far risalire al periodo antecedente l’epoca d’oro del Milan: "Il nostro compito è molto facile, dobbiamo fare del Milan la squadra più forte d’Italia, d’Europa e del mondo") con i quali si rende efficacemente l’idea di una persona capace e impegnata che, per amore del Milan, riesce a trovare spazio nella propria "fitta agenda di impegni" pur di risollevare le sorti dei una società calcistica in difficoltà, come già avvenuto in passato.

4) I tre secondi di Di Pietro sono all’interno della rubrica ironica denominata "Grandi fratelli (coltelli)".

5) Il gruppo Mediaset prende posizione, per bocca del suo Presidente Confalonieri, sul caso "Satyricon" condannando duramente l’accaduto.

6) Traendo spunto da un incidente verificatosi in una gita, un servizio di Studio Aperto delle ore 12.30 affronta il tema dell’evoluzione del concetto di gita scolastica (un tempo era di un solo giorno e copriva un raggio di massimo 100 km. , oggi dura in media 5 giorni e si va spesso all’estero). [chiave di lettura: Mediaset difende i valori tradizionali].

7)  In un servizio privo di insert sul caso "Satyricon", Studio Aperto delle 19.30 bolla come INGRATI il quartetto composto da Travaglio, Freccero, Luttazzi e Santoro (la trasmissione di Santoro andrà in onda solo la sera).

8 ) Intervento al telefono di Silvio Berlusconi nella trasmissione televisiva "Il raggio verde" (RAIDUE ore 21.00) sul caso "Satyricon", ospite sen. Antonio Di Pietro.


29.4 Seguitiamo a monitorare

Studio Aperto: 12 aprile

39967: Servizio di Stefano La Marca sul disappunto manifestato dai cittadini di Napoli per il rincaro delle assicurazioni sugli scooter (immagini di Napoli e interviste tra la gente);

39968: Servizio ironico di Gigi Sironi sul caso "Radio Vaticana" in cui si mostrano immagini del Governo in rinione con rissa (artificiale) di sottofondoTG5 - Nei titoli: "Berlusconi - Rutelli alla guerra dei libri"; servizio di Carmelo Luciano sulla presentazione da parte di Berlusconi di un libro che racconta la sua vita al quale - nel servizio - ne viene contrapposto un altro ("Rapporto sull'Italia") riguardante Rutelli: il servizio individua le similitudini e le differenze tra i testi nei seguenti aspetti:

39982: La famiglia di Berlusconi è reale mentre quella di Rutelli è politica (riferendosi cioè all'Ulivo) 

39983: Nel testo berlusconiano compaiono le foto, nell'altro no. La storia di Berlusconi è quella della sua vita personale mentre quella narrata nel libro su Rutelli riguarda gli ultimi cinque anni di governo di centrosinistra. Striscia la notizia - L'inviato Salvi chiede al presidente della Rai Zaccaria per quale ragione sono state trasmesse immagini false a proposito del convegno di Rutelli (meno affollato rispetto a quanto mostrato in tv) . Zaccaria invita Salvi a guardare la trave in casa Mediaset piuttosto che la pagliuzza costituita da questo episodio; Bonolis ripropone quindi il filmato incriminato e dopo aver ripreso la linea in studio afferma che viale Mazzini non è nuova a "bufale" del genere lanciando, in proposito, un vecchio filmato in cui Funari litiga con l'allora ministro della sanità Rosy Bindi, presentato nell'edizione del TG1 con la montatura di finti applausi in sostegno del Ministro. Il giorno precedente c'è stata una presentazione del Treno di Rutelli vuoto.

E' IL PRIMO TG IN REGIME DI PAR CONDICIO

Emilio Fede: Allora, adesso parliamo di politica, ricordandovi innanzitutto, con il nostro calendario, quanti giorni mancano alla data del voto, ricordandovi che si vota domenica 13 maggio e si vota soltanto nella giornata di domenica 13 maggio: mancano 29 giorni. Laa.. ricordandovi anche che da ieri, ce lo ricordiamo da soli, ve lo ricordiamo anche a voi, da ieri sono scattate le norme della cosiddetta "Par condicio" che dovrebbero regolare il mondo dell'informazione. Vogliamo far vedere...? Abbiamo il bilancino... In realtà potranno regolare - e parlo di queste norme - si e no soltanto quello che è la informazione televisiva. Quotidiani e settimanali non ne tengono in alcun conto. Lo dico, la mia è un informazione su base reale. Perché? Nei giornali ci sono, sì, mediamente, sulla gran parte dei giornali, dalle 20 alle 30 e, nelle giornate proprio di grande generosità, anche 40 notizie, eh, che riguardano Berlusconi. Cioè, sono contro Berlusconi. E nessuna contro Rutelli. Eeeh... come si dice? Provare per credere? Leggere per credere! Comunque, noi tentiamo da oggi, invece, di essere rispettosi. Allora: Silvio Berlusconi, a Silvio Berlusconi dedica oggi un ampio ritratto-intervista il prestigioso quotidiano americano, il New York Times. Il giornale valuta positivamente la possibilità che il leader della Casa delle libertà venga chiamato dal voto popolare, quindi alle elezioni, a governare il paese e a lui toccherebbe così per la seconda volta: lo ha governato già negli anni passati. "Negli ultimi sette anni - scrive il giornale - l'Italia e Berlusconi sono cambiati in meglio. Entrambi - sottolinea ancora il giornale - sono più tranquilli, meglio organizzati, più in sintonia con l'Europa. Berlusconi - fa rilevare ancora il giornale - è in una posizione molto più avvantaggiata per governare rispetto al 1994, quando, appunto, fu chiamato al primo governo di Forza Italia. Ha trasformato Forza Italia - conclude il giornale - in un vero partito, con un'organizzazione di base e candidati credibili. Ehm... diamo... diciamo... abbiamo rubacchiato, se così si può definire, alcuni passaggi di un'intervista che Silvio Berlusconi ha rilasciato al tg2, telegiornale eeeh...tg2 RAI, che sarà trasmessa nel tg2 alle 20,30, stasera. Alla domanda: "di chi la colpa per i toni aspri di questa campagna elettorale?" Berlusconi ha risposto: "bisogna chiederlo alla Sinistra, che ha scelto come strategia quella di attaccare l'Opposizione e soprattutto il suo leader, accusandolo, fra l'altro, anche attraverso la televisione pubblica, di essere il mandante di assassinii, il mandante di stragi mafiose e via via dicendo... e costringendoci - dice Berlusconi - praticamente alla difesa, senza potere avere il modo di raccontare invece agli italiani la cosa più importante: qual è il nostro grande progetto di modernizzazione e di cambiamento del paese". C'è poi una seconda domanda: Qual è, qual è la differenza più grande tra i due schieramenti? Berlusconi ha risposto: "Il programma che la Sinistra presenta, altro non è che l'elenco di ciò che la Sinistra aveva promesso di fare e che non ha fatto, essendo al governo oramai da cinque anni. Da parte nostra - ancora... ha detto ancora Berlusconi - c'è invece un grande programma, articolato in cinque grandi missioni e credo che gli italiani a questo dovrebbero porre attenzione e dovrebbero anche chiedersi se in questi cinque anni hanno pagato meno tasse, se è diminuita la criminalità, se si sentono più sicuri nelle loro città, se ci vuole meno tempo per avere una visita specialistica, un intervento chirurgico in un ospedale pubblico".

Emilio Fede:Ed eccoci al rispetto del bilancino, della par condicio, abbiamo parlato di Berlusconi... adesso parliamo... del centrosinistra: dobbiamo parlare e parliamo di Francesco Rutelli che del centrosinistra è il leader. Dunque, Rutelli prosegue il suo giro elettorale, da nord a sud, quindi in treno, qualche volta in aereo, spesso in auto, qualche volta anche a piedi. Ha incontrato le categorie, ha incontrato i sostenitori semplici e i sostenitori privilegiati. Oggi è andato in Toscana, con una lunga sosta a Pisa, dove si è interessato alle condizioni delle Torre di Pisa che, come è noto, pende. E ancora non si è trovato il modo per non farla pendere di più. Rutelli ne ha discusso con gli esperti, esperti del problema del pendolarismo dellaaa... della... della... della Torre; anche se filtrano scarse indiscrezioni, sembra essersi impegnato - Rutelli - a inserire, nel programma del suo governo - se andrà a governare - un progetto serio perché... che faccia pendere di meno la torre [...]

Emilio Fede...No, va be, ma insomma... voglio dire... Sì, c'è ancora un'aggiunta per   quanto   riguarda, per dovere di obiettività: Cosa ha detto Rutelli a Pisa?

Francesca Senette: Ha detto: "Sono qua per vincere ma bisogna dare battaglia".

Emilio Fede: Bene,    noiii... eeeh... ci occupiamo di un'altra via crucis...


Durata del tease di E. Fede su Silvio Berlusconi:   3',01"


Durata del tease di E. Fede su Francesco Rutelli:  1',09"  (55"+14")

Piccolo commento di chi scrive:
"Siamo ad un mese dalle elezioni, c'è l'ingresso nel periodo della Par condicio. Un cambiamento reale in Emilio Fede si nota subito:  Ha tagliato i capelli".

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 Parlando parlando

Ieri mi è capitato di discutere con una collega. "Abbiamo paura di uscire di casa - mi diceva -Vengono in Italia un sacco di delinquenti che minacciano le nostre case i nostri, figli, la nostra vita. E' ora di finirla.

Ero perfettamente d’accordo con lei sull'ingresso in Italia di clandestini. La mia amica insisteva dicendo di sentirsi insicura ed era ingiusto poiché che solo in Italia abbiamo questo pericolo così imminente. Le ho spiegato che risulta da studi statistici che Roma è la città più sicura d'Europa. Che i delitti sono diminuiti e che negli ultimi anni si sta facendo il massimo per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina.

Le ho chiesto: "Questa tua paura non credi che derivi dalla propaganda che Forza Italia fa tutti i giorni in con televisione e stampa?”

Non ha saputo rispondermi ma ha pensato a quanto le ho detto.  Spero che mediti e comprenda che facendo leva sul senso di insicurezza, sulle ansie delle persone gli si fa intravedere, per propaganda politica, un possibile governo di destra che sistema tutto; caccia fuori dall'Italia da un giorno all'altro gli abusivi, mette filo spinato alle frontiere, e come nelle favole, con un colpo di bacchetta magica risolve ogni problema.

Peccato che la questione è un po' più complessa di così.

I comunicatori delle televisioni sanno queste cose e qualcuno se ne serve anche talvolta in maniera troppo palese. Chiara per chi ha voglia di osservare e di annotare, ma oscura per molte persone che seguono il telegiornale senza porsi troppe domande.

E è sempre il solito metodo quello adottato da Emilio Fede .....

La propaganda televisiva non si misura solo in tempo di visibilità. C'è un'infinità di modi per trasmettere messaggi finalizzati alla vendita di un prodotto. La persuasione

palese od occulta  che opera sulle tv può arrivare a limiti estremi di sofisticazione fino ai messaggi ad incastro, messaggi subliminali, che vanno "infilati nel cervello".

Dipende dal target se si riesce a far passare per tg certi collage tra notizie ed immagini che sono trasmesse per creare un impulso di rifiuto in chi ascolta. E’ spesso usata la solita tecnica dell’accostamento per contrasto o analogia tra notizie. A partire dai quiz bongiorniani, fino ai Tg5 che spesso si arrampicano un po’ per trovare legami tra notizie da dire in sequenza.

Tra tutti il più facile da leggere è il TG4 di Emilio Fede:

Analizziamo prima la durata di questo TG comparato a tutti gli altri della stessa fascia serale. Tradotto in "contenuti" scritti che danno il senso della durata meglio di ogni altro parametro, dirò che il giorno 21 marzo, di mercoledì il Tg 3 si traduce, per ciò che riguarda la comunicazione politica, in n. 13 righe. Il Tg Lazio in due righe,

il Tg 5 in 5 righe, il TG 1 in 15 righe, Studio aperto 5 righe, il Tg 4 in 37 righe.

Ma per meglio spiegare occorre analizzare come questo tg presenta le notizie. Congeda dicendosi in attesa di andare nel satellite come chiede una parte della Sinistra (leggi: dipende da voi se la floridità di Mediaset si trasferisce a tutta l'Azienda Italia. E altrettanto da voi dipenderà il mio futuro e di tutti gli anticomunisti) Lettura semplificata: sono n. 12 le notizie negative trasmesse da TG4 ai propri telespettatori. L’ultima, per chiudere in bellezza, è positiva ed a favore di Berlusconi e Mediaset. Il messaggio che arriva è questo: Il governo di sinistra è uno sfacelo. Intere categorie di persone ne vivono i disagi : gli infermieri, le guardie giurate, gli agricoltori, gli ufficiali dell’esercito, i giornalisti di rilievo (Vespa), cittadini alle prese con il mancato smaltimento dei rifiuti.

Qual è il messaggio in questa panoramica di disastri? Dove si focalizza la speranza di cambiamento? Naturalmente su Mediaset. Sulla "Forza del gruppo", presentata come esempio di particolare floridità, estesa a tutti coloro che ne fanno parte. Il proprietario di questo luogo felice è Berlusconi. Si deve a lui quindi l’affermazione del gruppo Mediaset. Di conseguenza chi desidera che questa serie di negatività abbia a cessare deve scegliere lui a capo del gruppo di governo. Così facendo l’Italia diventerà, così come lo è Mediaset, un luogo di successo, uno stato florido.

L’industria dell’ottimismo, anche questa di vecchia data, è il cercare di mettere in evidenza l’aspetto positivo di cose persone e situazioni rapportate al voto ed alla scelta degli elettori

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