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-Hai superato Toni… splendido, amico mio... superbo!... Anche tu inizi ad avere dei deliri lucidi... Dove andremo a finire se continuate così! Fortuna che in mezzo a voi c’è ancora una persone equilibrata e benpensante... io!-
Aldo tentò di chiedermi se ero impazzita, ma gl’impedii di parlare: avevo paura delle sue parole:
-Impazzita io? Dov’è finito il tuo senso del ridicolo? Incomincio a credere che sarei stata una trascinatrice di folle senza precedenti… finalmente, sono riuscita a coinvolgerti! Ti ho fatto muovere, parlare, condurre certe situazioni perché mi aiutassi a rendere più credibile la mia commedia: la commedia nella commedia! Questa volta, però, la mia fantasia è andata oltre ogni previsione! Scusarmi caro, se il mio spiccato senso del ridicolo non mi ha permesso d’andare avanti con questo gioco-
Aldo intervenne:
-Non mi lascio imbrogliare; avresti superato te stessa! Incomincio a pensare anch’io che tu sia invasata! Non ti permetterò di confondermi nuovamente le idee. Tu non hai bisogno che gli altri ti aiutino ad alimentare la tua fantasia! Inventa qualcosa di più credibile!-
Quando cominciò a passeggiare avanti e indietro per il salotto, con le braccia dietro la schiena come un piccolo Napoleone ne approfittai per continuare:
-Avevo desiderio di travolgerti nel mio mondo fantastico, dove agli squallidi non e concesso entrare; zompetta, amico mio, zompetta, invece di ringraziarmì di averti reso un po’ più interessante… l’ingratitudine umana! Da sempre sono consapevole che chiedi più degli altri e che attingi da me quel coraggio e quella fantasia che non hai perché fai ormai parte dell’armata dei delusi, amico mio! Finalmente ti sei lasciato travolgere! Non posso guardare la tua faccia... suscita troppa ilarità... sei buffo! Come hai potuto pensare che col tuo bel discorso avresti fermato la mia corsa, togliendomi dal mio ambiente naturale: la prateria? Come hai potuto credere di potermi imprigionare nella gabbia delle tue assurdità? La gazzella è mite, è dolce e ha una sola arma per non farsi divorare: la corsa. Non sa dove la corsa potrà condurla, non si prefigge una meta precisa, ma il suo istinto le dice di correre, di correre verso la libertà... alla gabbia, preferirà farsi scoppiare il cuore-
Aldo, dubbioso sull’attendibiltà delle mie affermazioni, temendo di fare la figura del cretino, s’inserì tempestivamente fra una mia pausa e l’altra per dirmi con tono furbetto:
-A dire la verità, non è che avessi creduto molto all’esistenza di questo Renato!-
Compresi che il muro di certezze del mio amico cominciava a sgretolarsi; le mie parole, come colpi di ariete, lo stavano demolendo; ora, per creare la breccia che mi avrebbe portato a muovere i fili del suo pensiero, dovevo ancora bombardarlo con quei concetti di cui ero maestra, dovevo stupirlo, dovevo catturare incondizionatamente il suo interesse e dissetarlo con la coppa traboccante delle mie "verità", volevo una resa incondizionata, senza alcun patteggiamento perché sventolasse, sul pennone del raziocinio, la bandiera della Fantasia:
-Non attribuirmi un’immaginazione così fervida! Renato esiste; mi ha regalato quel disegno e l’ho incontrato in un salotto sbagliato. Anch’io, come te, sono convinta che Renato non ha mai creduto alla storia della commedia; aveva solo bisogno di un paio d’ali e di una soffitta dove ricominciare a sognare; in mezzo a tanto buio, aveva visto un faro verso il quale volgere lo sguardo, me. Ecco perché intitolerò la commedia "Eternamente insieme in un castello inglese"; senza di lui non avrei potuto scriverla!–
Aldo, sempre più confuso:
-A te piace travolgere le persone, illuderle per poi farle nuovamente precipitare nel loro squallore; questo, amica mia, non è generosìtà, ma cattiveria!-
-Siete voi che mi giudicate buona e generosa, io non l’ho mai affermato. In quanto a travolgere le persone è perché esse desiderano essere travolte. C’è tanta gente a cui piace vivere di luce riflessa! La vita è una continua scelta e come potremmo scegliere se non avessimo dei termini di paragone?-
Aldo smise di zompettare e tornò a sedersi sul divano. La sua corporatura, non proprio atletica, sembrava rimpicciolita dal peso delle sue perplessità. Era così evidente il suo interesse per le cose che stavo dicendo al punto di chiedermi quali altri personaggi avrei "travolto" in quella mia commedia:
-Toni sarà un personaggio simpaticissimo, soprattutto per i suoi deliri lucidi. A Toni basta dare la nota giusta per fargli vibrare tutte le corde del cuore e scatenare la sua fantasia in un meraviglioso assolo. Ma tu m’insegni che le note buttate li, alla rinfusa, non sono mai armonìose, bisogna saperle comporre perché ne venga fuori una bella melodia; per questo gli assoli di Toni sono sempre stonati ed in disaccordo tra loro. Fortunatamente lui non se ne accorge e continua imperterrito con i suoi voli pindarici; anche stonando, Toni ha trovato un suo equilibrio malgrado il fallimento della propria vita. Coinvolgerò la mia amica Gigì, personaggio un po’ demodé, ma sempre attuale. Gigì, in tutte le cose, ci mette cuore e serietà! Anche a lei hanno tarpato le ali, per questo desidera rimanere coinvolta. Il suo salotto lo vedrà meno squallido perché in quel salotto, con la sua com-plicità, è nato un grande amore; sul suo divano verde-oliva, Gigì ci vedrà sempre me e Renato, eternamente innamorati. Ora, amico mio, puoi farmi tutte le domande che vuoi: desìdero chiarire le tue confusioni-
Aldo non poté nascondere un sorriso furbetto, convinto che era giunto finalmente il momento in cui mi avrebbe reso la "patata bollente":
-Come giustifichi le tue poesie così autobiagrafiche, che dicono chiaramente delle tue frustrazioni?-
-Le mie poesie siete state voi a deformarle, per la vostra inesauribile mania di scavare. Era in voi stessi che volevate vedere più chiaro! Vi consiglìerei di andare tutti da uno psicanalista; ciascuno di voi si è identificato in quelle mie poesie. Chi, almeno una volta nella vita, non ha desiderato "di più"? Chi, non ha mai indossato una maschera per nascondere le proprie ferite? Chi, guardando il mare, non ha mai sentito la voglia di porsi dei perché? Chi non ha mai rimpianto un "si" detto a vent’anni, non per quel si, ma per quella giovinezza che nessuno potrà più renderci? Chi, non è capitato in un salotto sbagliato, accettando compromessi peggiori, senza necessariamente diventarne frustrato? Gazzella, questo messaggio d’amore e di libertà! Chi non desidererebbe rompere, almeno una volta, la propria gabbia e ribellarsi ad un padrone ingiusto? "Eternamente insieme in un castello inglese"! A chi non piacerebbe credere ad una favola tanto bella! Pensi che morire "eternamente soli" spaventi soltanto me?-
Aldo, annichilito, da quella valanga di risposte così coerenti, anche se in perfetto disaccordo con le sue, non si diede per vinto, ma continuò, con ostinazione, quel ping-pong di domande:
-La tua malattia? Come la spieghi la tua malattia?-
-C’era la guerra, in quel periodo non era difficile prendersi una malattia infettiva e c’era anche tanta fame! Entrambe mi hanno danneggiata nel periodo dello sviluppo, mandando a pezzi, il mio già fragile sistema nervoso-
-La storia dello psicanalista? Me l’hai raccontata tu la storia dello psicanalista, non ti puoi smentire!-
-Una donna come me può ingannare non uno, ma cento psicanalisti; ci vuole più coraggio ad ammettere i propri errori che nascondersi dietro il viso triste di una bambina! Comunque, se accettassi simili assurdità, passerei il resto del mio tempo a chiedermi come sarebbe stata una mia "vita giusta"... sarebbe stata di uno squallido!
-Cosa mi dici della tua verginità?-
-Documentati mio caro! Esistono verginità bianche ed imeni elastici. Eravamo due ragazzi... abbiamo fatto confusione!-
Andai verso il mio amico e l’abbracciai affettuosamente:
-Cerca di capire l’animo mio, solo così potremo restare veramente amici! Cosa ne avrei fatto io, di una "vita giusta"! Chi me le avrebbe date le mie pazze serate, le corse in riva al mare, le mie assurde nottate? Come avrei potuto vivere senza i miei "se", i miei "perché", i sogni miei, i dubbi miei? E questa corsa verso l’Amore!… Come ci credo ancora nell’Amore!... Siete voi che non ci credete più! Renato è sempre stato fra noi, anche se tu non l’hai mai visto, perché l’Amore, amico mio, è soprattutto immaginazione! Ed io, nella mia commedia, lo trasformerò in un personaggio così inventato da sembrare vero, così vero da sembrare inventato! Questo Amore così concreto e allo stesso tempo, così astratto, lo senti ma non lo puoi toccare! Questo Amore a cui devi credere per dare un senso alla tua vita! L’Amore in cui io credo palpiterà nella commedia; meraviglioso, assurdo, sconcertante, inventato, come la mia vita, ma così vero che, quando cadrà il sipario, tutti i presenti seguiteranno a vedere me e Renato correre, "eternamente insieme verso un castello inglese". Non è nell’apparenza che si trova la verità. Le finzioni non sono meno importanti della verità. Ci sono alcune sconfitte che andrebbero dimenticate. Ma la verità e la finzione stanno così bene insieme!-
Non avevo altro da aggiungere; tra le mie tante consapevolezze ne spiccava una: avevo terminato la stesura della mia commedia.
Espressi al mio amico il bisogno di riappropriarmi dei miei silenzi e glielo dissi con un accento che non ammetteva repliche.
Finalmente libera di poter essere me stessa, corsi dalle mie rose azzurre: avevo voglia di luna.

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