GIOCO
D'AZZARDO: LA MATEMATICA INSEGNA PERCHE' PERDIAMO SEMPRE
“Fate
il nostro gioco” è una originale proposta, in formato mostra
itinerante, a Milano, che spiega all’interno di un mini casinò
regole e rischi del gioco d’azzardo

Di
Andrea Ballocchi
Gioco d’azzardo: In Italia il giro d’affari è di 96 miliardi
di euro (dati 2016), raccolti in puntate di roulette, “gratta
& vinci”, lotto/superenalotto e slot machine.
Al gioco d’azzardo si perde sempre. Le eccezioni sono la regola,
anzi, incentivano a giocare. E a perdere. A spiegarlo bene è
una mostra che verrà inaugurata a Milano (presso la Fabbrica
del Vapore) a partire dal 16 ottobre. Per un mese, grazie
al contributo d’istituti bancari e di vari enti, sarà possibile
esplorare le leggi matematiche che stanno dietro il caso e le
scommesse. In tre sale allestite come fosse un vero casinò gli
organizzatori del progetto sveleranno regole, piccoli segreti
e grandi verità che si celano dietro all’immenso fenomeno del
gioco d’azzardo in Italia. Un fenomeno enorme, calcolato in
96 miliardi di euro (dati 2016), tanti quanti quelli raccolti
in puntate tra roulette, “gratta & vinci”, lotto/superenalotto
e, naturalmente, le slot machine di cui l’Italia “vanta” il
primato europeo di diffusione, una ogni 143 abitanti; solo alle
macchinette vengono inseriti 50 miliardi.
La convinzione degli organizzatori è che il modo migliore per
conoscere e prevenire sia utilizzare la matematica come una
sorta di antidoto logico. Perché al gioco si perde e di gioco
ci si ammala anche: ogni anno si contano sempre più persone
affette da ludopatia, una vera e propria patologia legata alla
dipendenza dal gioco d’azzardo.
UN
PROGETTO DI SOSTENIBILITÀ SOCIALE – Il progetto “Fate
il nostro gioco” parte nel 2009 da uno studio della matematica
del gioco d’azzardo condotto da Paolo Canova e Diego Rizzuto,
un matematico e un fisico entrambi di Torino, che insieme a
Sara Zaccone fondano la società di formazione e comunicazione
scientifica Taxi1729.
Da qui si sviluppa sotto forma di una mostra che tocca varie
città, ma anche sotto forma di conferenze, laboratori e un format
tv. Inoltre hanno avuto spazio in programmi radio e Tv: per
esempio, sono chiamati come esperti di matematica e gioco d’azzardo
a Le Iene.
Tra gli aspetti positivi di questo progetto di sostenibilità
sociale c’è anche quello di mostrare la matematica per quella
che spesso non viene giudicata come tale, e cioè piacevole e
divertente. Ed è fondamentale nei progetti di realizzazione
dei giochi d’azzardo: «il loro “cuore” è fatto di matematica
– spiega Paolo Canova – Uno degli scopi di questi giochi è dare
l’illusione di poter vincere, e ogni tanto succede. Da lì subentrano
diversi fattori di tipo psicologico, altro “ingrediente” fondamentale,
che spesso fanno leva su algoritmi matematici. È possibile dire
che la matematica, in questo caso, sia al servizio della psicologia,
creando le “quasi vincite, fenomeno per cui una persona si convince
di essere andata vicino alla vittoria e quindi vuole riprovarci.
Sono elementi essenziali per spingere al gioco e per continuare
a farlo».
MATEMATICA
UTILE – La matematica, però, non è né buona né cattiva, specifica
Canova: «è uno strumento e come tale deve essere considerato.
Mi piace dire che tra chi promuove forme di gioco legalmente
riconosciute e chi invece fa campagna di sensibilizzazione contro
i rischi dell’azzardo noi ci poniamo in una posizione intermedia:
pur lasciando naturalmente libertà a ognuno di giocare, siamo
convinti che aiutare a conoscere bene l’argomento, dal punto
di vista matematico e psicologico, sia una buona forma di prevenzione.
Conoscendo i meccanismi è meno probabile cadere nella trappola
del gioco d’azzardo patologico, questo sì assolutamente da condannare».
PERDERE
E’ UNA FUNZIONE MATEMATICA – Si diceva del fatto che al tavolo
si perda sempre: l’esempio è la roulette: «contando su 37 numeri
su cui puntare, giocando su un numero, nel caso di vittoria
mi verrà consegnata una somma moltiplicata 36 volte la mia giocata;
affinché il gioco fosse equo, si sarebbe dovuto pagare 37 volte
la posta. In questo modo, invece, la differenza è il margine
di guadagno del casinò. In un calcolo matematico, si traduce
in un guadagno del 3% medio».
Canova e gli altri hanno messo a punto una funzione matematica
per calcolare la variabile fissa di perdita del giocatore impegnato
in una sessione di prova nella sala-mostra: è incredibile vedere
quanto, prendendo l’esempio di un individuo impegnato su tavoli
e slot machine, sia possibile calcolare esattamente quanto perderà.
Nessuno vuole demonizzare i casinò, anche perché in Italia ve
ne sono solo quattro: è bene contare invece le centinaia di
migliaia di slot machine distribuite su tutto il territorio
nazionale e i “biglietti della fortuna”, acquistati almeno una
volta l’anno da un italiano su tre.
Perché “Les Jeux sont fait”, ma sono fatti per perdere. E le
eccezioni sono la regola.
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