IL SOLE E LA LUNA
Il nuovo cd di Pino Barillà

Sin da bambina ho subito il fascino delle storie d’amore impossibili, dolorose, devastanti, irrealizzabili, quelle che vivono nel sogno ma si scontrano con la realtà e sono costrette o a piegarvisi, rinunciando al sogno e vivendo di rimpianto e nostalgia, oppure rifiutando di assoggettarvisi, cercando scampo in soluzioni estreme, violente.
E, così, il mio immaginario si è nutrito delle grandi storie struggenti ed “eroiche”, quelle elaborate nei secoli dalle fantasie dei maggiori poeti e scrittori, ma anche di quelle realmente accadute. E mi sono commossa ai destini di amore, passione, follia e morte (interiore e fisica) degli amanti infelici e disperati, Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Abelardo ed Eloisa, Giulietta e Romeo, Paolo e Francesca, Cathy e Heatcliff, Fosca e Giorgio, Rodolfo d’Asburgo e Mary Vetsera, perciò, quando ho scritto la fiaba “La favola del Sole e della Luna”, è a questi tristi casi che mi sono ispirata, idealmente dedicandola agli amori impossibili, che, forse, sono quelli più belli, anche se quelli più laceranti, perché, idealizzati, liberi dagli affanni del quotidiano, maggiormente si nutrono di poesia, muovendosi in atmosfere quasi oniriche e, nella consapevolezza che non potranno avere sbocchi nella realtà, in passione e languore, più intensamente sono “sentiti”.
Ringrazio qui Pino Barillà, cantautore e musicista da sempre impegnato nel sociale, ma che felicemente asseconda la sua vena intimista, per aver dato, nel suo ultimo cd intitolato “Il sole e la luna”, voce e suono al mio immaginario, musicando ed interpretando, con rara dolcezza, la mia triste fiaba.

Francesca Santucci

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IL SOLE E LA LUNA
(Da una fiaba di Francesca Santucci)
Testo: Francesca Landolfi (in arte Francesca Santucci)
Musica Alessandro Luvarà /Giuseppe Barillà

C’era una volta e c'è ancora,
una bellissima fanciulla di nome Luna;
dai lunghi capelli del colore d'argento,
gli occhi viola
e labbra d'un bei rosa pallido.

Luna viveva da sola nel cielo
e per questo era spesso triste.
Aveva delle sorelle, le Stelle,
ma abitavano tutte lontano,
distanti le une dalle altre.

Un giorno che Luna era più triste che mai,
e i suoi occhi versavano, tante piccole lacrime,
simili a gemme scintillanti,
le stelle si riunirono, per confortarla,
con un bel racconto.

La sorella maggiore,
che più delle altre splendeva
ed illuminava le notti buie,
si ricordò del Sole,
e cominciò a raccontare...

Una volta, mentre come sempre la notte,
cedeva il passo al giorno,
e s’affrettava a rientrare,
con le altre sorelle,
aveva visto risvegliarsi nel cielo,
un giovane dai lunghi riccioli d'oro
e occhi colore del grano maturo.

Era meraviglioso il suo sguardo,
così luminoso
che non aveva potuto sostenerlo oltre
e per non restarne accecata,
era scappata ..
Ma non aveva mai visto,
un giovane più bello del Sole.

Luna divenne triste;
il racconto del bellissimo giovane
che si risvegliava nel cielo
l'aveva affascinata e incuriosita
e cominciò a pensare a lui,

Luna si era innamorata del Sole,
senza conoscerlo,
ed ogni notte nel cielo vagava,
fantasticava e sospirava...

La fanciulla confidò la sua pena,
la scongiurò di aiutarla a cercare,
la casa del Sole,
dove poterlo incontrare ed ammirare,
la Stella sorrise,
rivelò di conoscere quel punto in cui,
per un istante brevissimo,
il giorno e la notte s'incontrano,
fin quasi a confondersi,
ma era un luogo irraggiungibile,
per tutte le Stelle,
compresa la Luna.

Un punto cosi lontano che,
nel momento in cui si giungeva,
diventava giorno e le creature della notte,
non possono sostenere la luce,
il calore del Sole, può scioglierle.

Luna chiese alla stella
d'accompagnarla ugualmente:
voleva vedere il Sole,
anche se solo per una volta.

Fu mattino e il Sole si risvegliò
in un cielo più azzurro che mai,
solcato da lievi bagliori del colore
dell'oro e della rosa.

Luna lo vide e Sole vide lei:
pensò che non aveva mai visto
una fanciulla dagli occhi viola
e i capelli colore d'argento,
e cominciò a fissarla, avvinto,
rapito, ammaliato...
Se ne innamorò all'istante...
ma la fanciulla impallidì,
la sorella la scongiurava,
di correre via,
ma Luna,
pur sentendosi mancare,
continuava a sostenere
lo sguardo dell'innamorato.

Il Sole cominciò a comprendere
che per amor suo lei moriva,
le sussurrò parole d'amore eterno
e la esortò ad indietreggiare,

Luna non desisteva, preferiva morire,
per il calore d'un momento
piuttosto che tornare da sola
alle sue notti fredde.

La Stella le ricordò che quell'amore
era impossibile
perché è stabilito dalla notte dei tempi,
l'armonico avvicendamento,
per consentire lo sviluppo naturale della vita
ed ha bisogno dell'ombra e della luce,
e che se lei
si fosse lasciata morire,
le notti sarebbero state
per sempre buie
e più nessuno avrebbe illuminato
il cammino
delle creature notturne.

Luna esitò ancora un istante
poi si riscosse:
raccolse le poche forze rimastele,
lanciò un lunghissimo bacio al Sole
e s'allontanò.

E Luna ritornò al suo posto nel cielo,
e ogni notte piange e sospira
pensando al destino infelice:
amare ed essere amata
senza poter mai congiungersi al suo innamorato.

Pianoforte, tastiere e programmazione
Computer: Alessandro Luvarà
Chitarre acustiche: Giancarlo Mazzù