MAI
PIU' VIOLENZA SULLE DONNE IN TUTTO IL MONDO!

Non
conobbi mai Paloma, ma sua madre mi parlò di lei. Paloma
era una delle diverse centinaia di giovani donne assassinate
a Ciudad Juárez, una città al confine tra Messico
e Stati Uniti. Per oltre un decennio, queste donne furono rapite,
torturate, stuprate e uccise. Le autorità fecero ben
poco per indagare, perseguire o fermare questi delitti perché
si trattava di donne povere, inermi, politicamente ininfluenti.
Molte erano giunte a Ciudad Juárez per lavorare nei maquiladoras,
stabilimenti di assemblaggio costruiti dalle multinazionali
sul confine messicano, attirate dalle agevolazioni fiscali e
dal basso costo della manodopera messicana. Le giovani donne
come Paloma hanno alimentato il fenomeno della globalizzazione
economica nella speranza di ricavarne qualcosa, diventandone
altresì le vittime. Ciò che spicca in questo caso
è il coraggio delle madri delle donne uccise a Ciudad
Juárez. Le madri si sono organizzate tra di loro e chiedono
giustizia. Assieme a loro e ad altri, lo scorso anno Amnesty
International è riuscita a esercitare pressione sul governo
federale del Messico affinché si impegnasse a far cessare
le uccisioni. La storia di Paloma è soltanto uno tra
imilioni di esempi della più vergognosa infamia dei nostri
tempi: la violenza sulle donne.
In
Asia e Medio Oriente le donne vengono uccise in nome dell'onore.
Nell'Africa occidentale le ragazze sono sottoposte a mutilazioni
genitali femminili in nome della tradizione. Nell'Europa occidentale
le donne migranti e rifugiate sono attaccate perché non
accettano le usanze sociali della comunità che le ospita.
Nella regione meridionale dell'Africa le ragazze sono stuprate
e infettate con il virus dell'HIV/AIDS perché coloro
che abusano di loro sono convinti che fare sesso con una vergine
li guarirà dalla malattia.
Infine,
nei paesi più ricchi e più sviluppati del mondo,
le donne vengono picchiate a morte dal proprio partner.
Questo
tipo di violenza si diffonde perché sono troppi i governi
pronti a chiudere un occhio e a lasciare che la violenza sulle
donne abbia impunemente luogo. In troppi paesi, le leggi, le
politiche e le usanze sono discriminatorie nei confronti delle
donne: negano loro gli stessi diritti degli uomini, rendendole
così più vulnerabili di fronte alla violenza.
La proliferazione delle armi di piccolo calibro, la militarizzazione
in atto in molte società e l'attacco al cuore dei diritti
umani nell'ambito della "guerra al terrorismo" non
fa che peggiorare il calvario di molte donne. I diritti umani
sono universali: la violenza sulle donne è un abuso dei
diritti umani su scala universale. Donne di continenti e paesi
diversi, di religioni, culture e retroterra sociali differenti,
istruite o analfabete, ricche o povere, sia che vivano in guerra
o in tempo di pace, sono legate dal filo comune della violenza
subita da gruppi armati o dallo Stato, dalla comunità
o dalla loro stessa famiglia.
Trattati
e meccanismi internazionali sono davvero utili soltanto se applicati
in modo appropriato. Altrimenti restano parole nell'aria. Leggi
e politiche possono offrire protezione solo se rispettate.
Altrimenti
restano parole scritte. I diritti umani diventano una realtà
soltanto se forniscono uguaglianza e protezione altrettanto
reali. La sfidacontinua a essere un cambiamento che possa realmente
fare la differenza nella vita delle donne. È ciò
che le donne di tutto il mondo chiedono oggi.
Attraverso
la campagna "Mai più violenza sulle donne ",
Amnesty International unisce la sua voce a quel richiamo all’azione.
Abbiamo lavorato assieme a molte persone all'interno e all'esterno
di Amnesty International per disegnare una campagna mondiale
per chiedere un cambiamento a livello internazionale, nazionale
e locale attraverso attori e azioni differenti.
Chiediamo
ai leader, alle organizzazioni e ai privati cittadini di impegnarsi
pubblicamente per rendere i diritti umani una realtà
per tutte le donne. Attraverso l'attività di lobby sui
governi chiederemo loro di ratificare senza riserve la Convenzione
per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti
delle donne e il relativo Protocollo opzionale. In alcuni paesi
chiederemo l'abolizione di leggi che discriminano le donne e
che perpetuano la violenza contro di loro. In altri, chiederemo
l'adozione di leggi che proteggano le donne, criminalizzino
lo stupro e altre forme di violenza sessuale. Ascolteremo la
voce delle donne, lavoreremo al loro fianco e le aiuteremo a
organizzarsi. Coinvolgeremo le comunità e le autorità
locali affinché sostengano programmi che permettano alle
donne di vivere libere dalla violenza.
Questa
campagna è diversa da tutte le altre in quanto chiede
a ognuno di noi di assumersi la propria responsabilità.
La violenza sulle donne cesserà soltanto quando ciascuno
di noi sarà pronto ad assumersi l'impegno: a non commetterla,
o a non permettere che altri la commettano, a non tollerarla,
o a non arrendersi finché essa non sarà eliminata
in ogni parte del mondo.
La
violenza sulle donne è universale ma non è inevitabile.
Le nostre mani la fermeranno. Possiamo farcela, e ce la faremo
grazie a voi.
Irene
Khan, già Segretaria Generale di Amnesty International
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