
traduzione dall'inglese di Stefano Tummolini
Con
Più donne che uomini, uno dei suoi romanzi più apprezzati,
torna nelle librerie italiane Ivy Compton-Burnett, grande autrice
del Novecento inglese che ha raccontato i rapporti fra uomini
e donne e le dinamiche familiari con uno stile unico e una sagacia
senza pari, conquistando generazioni di lettori, ma soprattutto
di lettrici.
In una prospera cittadina inglese a inizio Novecento, un grande
istituto femminile è diretto da Josephine Napier, un generale
ingioiellato: alta e austera, un viso regale, «vestita e pettinata
in modo da esibire i suoi anni, anziché nasconderli». Impeccabile
in ogni gesto e in ogni parola, è il punto di riferimento imprescindibile
per tutti, le studentesse, il corpo docente e i suoi familiari:
il marito Simon, oscurato dalla personalità della moglie, il
figliastro Gabriel, il fratello Jonathan, vedovo calato nel
ruolo dell’anziano zio e amante segreto ma non troppo di Felix
Bacon, giovane sfaccendato. Al gruppo si unisce presto Elizabeth,
una vecchia conoscenza di Josephine che viene assunta come governante
e porta con sé la figlia Ruth. Le giornate sono scandite da
una serie di rituali obbligati e da dialoghi in cui si dice
tutto e niente, botta e risposta infiocchettati che in realtà
nascondono universi interi. Finché un tragico evento inaspettato
fa precipitare ogni cosa, dando vita a una reazione a catena
che sconvolgerà le vite di tutti e porterà a galla il lato
oscuro di ognuno. Nessuno è chi dice di essere, e dietro alla
spessa patina del codice vittoriano si nascondono segreti celati
per intere esistenze. Verranno fuori tutti, uno dopo l’altro.
Pagine indimenticabili e soppesate perfettamente, in cui l’umorismo
pungente si mescola con la tragedia, e le piccole interazioni
quotidiane con i grandi drammi della vita.
«Trascorsi
molte notti felici leggendo i romanzi di Ivy Compton-Burnett.
Era impossibile non accorgersi che aveva qualcosa di unico».
Rebecca West
«Ivy Compton-Burnett è l’amore della mia vita. Se non riesco
a scrivere, bastano un paio d’ore con Ivy e mi rimetto in pista…
non c’è nessuna come lei».
Hilary Mantel
«Cercai tutti i suoi romanzi… a un tratto capii che li amavo
in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; vi regnava
una chiarezza allucinante, nuda e inesorabile».
Natalia Ginzburg
«Straordinaria scrittrice».
Giorgio Manganelli
«Grande fra i più grandi narratori del nostro secolo… Si tratta
di storie che devono molto al teatro classico o shakespeariano
per gli intrighi, i drammi segreti, l’imprevisto che irrompe
e sconvolge l’ordine costituito, proprio come nelle migliori
tragedie, ma che hanno tuttavia la leggerezza e la leggiadria
di commedie divertenti e briose dove i personaggi cinguettano
in continuazione».
Alberto Arbasino
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