DA
DITE A DIO CON DANTE
La
Commedia per tutti
di
Vito ed Erik Di Trani

Dante
è sintesi di scolastica e di mistica, di classicità
e di cristianesimo, della concezione sacrale dell’Impero
e di quello francescano-spirituale della Chiesa e, in maniera
ancora più sorprendente, del mondo della poesia d’amor
cortese e di quello, così diverso, della sapienza scolastica.
Nel suo genere egli ci appare come uno dei costruttori di cattedrali
del Medioevo, presso i quali etica ed estetica coabitano per
l’ultima volta mirabilmente insieme, promuovendosi e incrementandosi
a vicenda. Ma, per per quanto si concentri l’attenzione
su questo lavoro di integrazione compiuto da Dante, vi si scopre
sempre un elemento che trascende ogni possibilità di
integrazione; la sua opera, la sua complessità, non è
una “summa”, ma un numero primo indivisibile, ed
è questo inesplicabile segreto che le ha conferito quella
forza che si rinnova attraverso la storia.
H. U. von Balthasar
Non
smette mai di sorprendere la Divina Commedia (fu Boccaccio,
per il magistero dell’arte, intuendone subito la grandezza,
a definirla “divina”), così come l’intera
opera dantesca, intrisa di teologia, filosofia, fede, passione
politica, storia, letteratura, spiritualità, esoteria.
Tra percorsi e metafore, personaggi storici realmente esistiti
e figure dell’immaginario e del mito, papi e imperatori,
cavalieri e donne pie, varia umanità medievale e della
classicità, si snoda il percorso dell’anima smarrita,
dalle tenebre dell’Inferno alla luce del Paradiso, che,
infine, si ritrova, dopo aver toccato fino in fondo il male.
Affascinante storia, quella dell’umano cammino spirituale,
per aspera ad astra (attraverso le asperità alle stelle)
che sempre emoziona, affascinante elaborazione quella dantesca,
dalle chiavi interpretative di continuo nuove, sempre diverse,
più o meno complesse, in perenna ricerca, rielaborazione,
scoperta di antichi/moderni significati.
E pregevole, sotto il profilo dell’attualizzazione e della
divulgazione, si offre “Da Dite a Dio con Dante”,
I.M.D. Lucana s.n.c.- Pisticci (Mt) agosto 2005, il congiunto
lavoro di Vito ed Erik Di Trani (padre e figlio) dedicato appunto
alla Commedia di Dante, “l’eterno poeta”,
una trasposizione in prosa romanzata della Divina Commedia,
realizzata per diffondere largamente l’opera dantesca,
soprattutto nelle comunità italiane all’estero
e, nel caso specifico, in quelle del Canada: Vito, insegnante
a Toronto nelle scuole del Catholic School Board (ma anche pubblicista,
opinionista, cultore di studi storici e poeta), Erik studente
di Scienze politiche presso la McMaster University di Hamilton,
Ontario (ma anche ricercatore, assistente alla cattedra di Italiano,
nonché poeta, in lingua sia italiana che inglese).
Duplice è l’intento degli autori: contribuire alla
divulgazione del massimo dei nostri Poeti (che, in Italia, di
certo non ha mai smesso di appassionare, ma che sicuramente,
al pari dell’inossidabile Shakespeare, meriterebbe maggiore
diffusione internazionale), ed accostare alla lettura della
Commedia tutti agevolmente, con un linguaggio chiaro, semplice,
fruibile anche da chi non è specialistico in materia
dantesca.
Si può tranquillamente affermare che gli autori sono
di certo riusciti nel doppio intento, riuscendo a rendere ben
comprensibile Dante al lettore moderno, raccontando, riassumendo,
commentando in maniera dotta, canto per canto, con puntualità,
senza tralasciare alcun passaggio, con dovizia di riferimenti
storici, fatti precisi, aneddoti, ma anche con arguzia, brio
e poesia, sicché il lavoro risulta estremamente colto
ma chiaro, riuscendo, pertanto, ad essere utile non solo per
gli eruditi, ma in generale per tutti, valido strumento didattico
soprattutto per gli studenti, di ogni ordine e grado, offrendo
gli elementi necessari per una conoscenza viva e chiara di questo
nostro grande Poeta, Bene d’incommensurabile valore da
trasmettere alle nuove generazioni, occasione di studio, spunto
di riflessione, ma anche di elevazione morale e spirituale.
Francesca
Santucci
***
…
Ciò che, comunque, Dante mostrò di apprezzare
moltissimo fu l’abbraccio caloroso dato da Sordello a
Virgilio poiché, da solo, sarebbe bastato per far dimenticare
a Dio i diversi peccatucci, non proprio veniali,commessi dal
fascinoso menestrello di Goito. Senza parlare, poi, della favorevole
occasione che esso forniva al Poeta per riflettere, non senza
provare acuto dolore ed immenso sconforto, sulle penose e sciagurate
condizioni in cui versava l'Italia a quei tempi. Già
signora e padrona di mezzo mondo, portatrice di leggi e civiltà
a tantissimi popoli, s'era pian piano trasformata in un luogo
di malaffare, in una landa imbarbarita adatta per ospitare solo
confusione e disordine. Nelle sue contrade la competizione politica
era scaduta ai livelli delle risse da bettola; e lo spargimento
di sangue fraterno era divenuto una faccenda di costante attualità.
Causa di tutto ciò erano la fiacchezza e l'incompetenza
del potere politico, unite all'odio che spezzava e distruggeva
il legame esistente fra membri di uno stesso casato oppure fra
abitanti del medesimo comune. La dicevano lunga in proposito
i vari Montecchi e Cappelletti (le rispettive famiglie di Romeo
e Giulietta, tanto per capirci!),che si dilaniavano reciprocamente
nelle strade e piazze di Verona; oppure Monaldi e Filippeschi,
che facevano la malora ad Orvieto; e via di questo passo! Non
poteva proprio, Dante, trattenersi dall'esclamare:
"Ahi
serva Italia, di dolore ostello
nave sanza nocchiero in gran tempesta
non donna di province, ma bordello!
… … … … … … … …
… … … … … … …
...
ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro ed una fossa serra.
… … … … … … … …
… … … … … … …
O
Alberto tedesco ch'abbandoni
costei ch’ è fatta indomita e selvaggia
… … … … … … … …
… … … … … … …
vieni
a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura”
(Purg. VI, 76... 107)
Vito
ed Erik Di Trani, “DA DITE A DIO CON DANTE La Commedia
per tutti”, pag.113
***
GLI
AUTORI

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